martedì 14 febbraio 2012

“IL SILENZIO DELL’ONDA”, di GIANRICO CAROFIGLIO, RIZZOLI EDITORE.



GIANRICO CAROFIGLIO E' ARRIVATO TERZO ALLA EDIZIONE DEL PREMIO STREGA 2012

Mi sono già imbattuto in altri libri di Carofiglio, magistrato-scrittore che consegna ai propri lettori romanzi e racconti estremamente avvincenti in un italiano bello e chiaro, con molti (ma non troppi) e interessanti riferimenti di natura giuridica, giudiziaria e medico-legale.
Il migliore, però, a mio avviso, è proprio questo, in quanto affronta un tema su cui non avevo mai riflettuto:un appartenente alle Forze dell’Ordine che vive sotto copertura per un lungo periodo di tempo, privato della sua identità e delle sue radici, che danni alla psiche può riceve?
La storia di un n carabiniere che per dodici anni ha vissuto sotto copertura all’interno di organizzazioni internazionali dedite al traffico di ingenti quantità di sostanze stupefacenti, necessitato ad andare da uno psichiatra – psichiatra che sarà tramutato dall’Autore con maestria da persona algida a estremamente umana - dopo essere stato trovato con la canna della pistola di ordinanza in bocca, si interseca con quella di un’altra paziente, una ex attrice con alle spalle un grande rimorso e madre di un figlio, un ragazzino intelligente e sensibile che darà il suo contributo determinante all’incedere sempre più incalzante della storia.

Fabrizio Giulimondi

1 commento:

  1. Negli anni '70 lo psicologo italo-americano Philip Zimbardo pensò di fare un esperimento proprio relativamente all'identità ed al condizionamento che possono avere i ruoli che assumiamo su di essa.
    Fece trasformare il sotterraneo dell'Università di Standford in un carcere e divise gli studenti offertisi volontariamente in detenuti e guardie penitenziarie. L'esperimento AVREBBE dovuto durare 6 mesi; tuttavia, dopo due settimane dovettero interromperlo.
    Risultati: i finti detenuti avevano sviluppato fobie, panico, claustrofobia. I finti carcerieri cominciarono a mettere in atto comportamenti violenti e iniziarono a provare una crisi di identità.
    Ciò, a conferma che il ruolo che ognuno di noi assume nella vita (lavoro, famiglia, amici, ecc.) dovrebbe essere quanto più in linea con la nostra personalità, proprio per non incorrere in ciò che accade al protagonista del romanzo del mio concittadino Gianrico Carofiglio.
    Fiora Fornaciari
    Psicologa, Bari

    RispondiElimina