mercoledì 14 marzo 2012

“IL MIO SANGUE E’ PIENO DI SPINE”, di Tiziana Betto, Mapical Editore.


Libri in giro belli ce ne sono, mediocri tanti, anche fra quelli che ricevono premi illustri. Poi ad un certo punto un lettore assiduo e attento come me si imbatte nel secondo romanzo di una scrittrice di nome Tiziana Betto, dopo aver partecipato alla sua presentazione… e scopre un capolavoro. La Betto in questa opera disvela una genialità letteraria rara, che unisce la descrizione di un carattere, di una personaggio, di una personalità, di una emozione, di uno stato d’animo con quella della composizione, dei sapori e dei colori di una pietanza. Le cucine di tutto il mondo, dalla sud americana alla cinese, dalla indiana, alla giapponese e alla francese diventano le modalità espressive e descrittive della storia di uno chef che morendo di infarto nel suo letto accanto alla moglie, transita verso il Paradiso e, colà, con l’aiuto di figure celestiali, intraprende il cammino verso Dio, raccontando la sua vita tramite il ricordo delle donne conosciute, frequentate e amate dalla età di otto anni, sino a quella determinante per lui: sua moglie.
La Morte in questo romanzo non fa paura.
La Morte è un “dessert …. a base di cioccolato fondente nero che ricopre una calda sorpresa di densa crema pasticcera che avvolge a sua volta un lungo biscotto come fosse un corpo umano…..”
E cosa accade dopo la Morte? ”Dio accoglie indistintamente tutti gli esseri umani nella sua luce che ha il potere di curare l’inferno umano in cui vivono tante persone, e di liberare il paradiso interiore che è rimasto compresso durante la vita di molte altre”.
E’ un capolavoro geniale che mi auguro Qualcuno noti affinché la Betto possa conseguire i riconoscimenti che merita, riconoscimenti troppe volte conferiti ad autori, magari famosi, ma con capacità comunicative, narrative, contenutistiche ed emozionali conformiste. E per dirla con Gabriel Garcia Marquez :”Uno scrittore conformista molto probabilmente è un mascalzone. E di sicuro è un cattivo scrittore”

Fabrizio Giulimondi

Nessun commento:

Posta un commento