lunedì 21 maggio 2012

Tipi sinistri, i gironi infernali della casta rossa


In queste settimane, prima del libro di cui Vi sto per parlare, ho letto un romanzo talmente scadente, melenso, piagnucoloso, ossia una pura “spremuta di baci perugina”, che non merita di essere comperato e, quindi, di essere oggetto di commento.

 “Tipi sinistri, i gironi infernali della casta rossa”(Rizzoli), uscito in queste settimane, è vivamente consigliabile invece leggerlo, come tutti i pregevoli lavori di Gianpaolo Pansa, specialmente quelli a sfondo storico riguardanti il periodo intercorrente fra il 1943 e il 1945 (Il Sangue dei Vinti e quelli successivi). 

Pansa, come la straordinaria, coraggiosa e indimenticabile Oriana Fallaci, rappresentano scrittori e giornalisti che, pur appartenendo ad una sfera politico - culturale ben determinata, riescono a rimanere liberi nella valutazione della realtà e delle vicende politiche ed esistenziali, svincolati dai luoghi comuni ed i pregiudizi ideologici della sinistra e, anzi, rigorosamente critici rispetto ad essi. E l’Autore in questa opera si intrattiene proprio sugli esponenti politici (di grande e piccolo calibro), sui sindacalisti e sulla intellighenzia di sinistra. Condivido ogni monosillabo proferito da Pansa riguardante costoro! 

Una frase fra tutte: ”Veltroni è un elencatore di luoghi comuni. Parla di cose che non sa. Cita libri che non legge. E’ un anglista che non conosce l’inglese. Un buonista senza bontà. Un americano senza America. Un professionista senza professione”

L’ultimo paragrafo è dedicato al pluriassassino comunista Cesare Battisti, protetto per anni da certa intellighenzia di sinistra italiana e francese, grazie alla quale adesso si gode il Brasile, ove attualmente vive da latitante per essere stato condannato a quattro ergastoli, mentre quattro persone da lui assassinate non vivono più e un’altra è sulla sedia a rotelle. 

Forse Pansa ha ragione: “Battisti lo regalerei al governo brasiliano. Se lo tengano loro. Avremo una canaglia in meno nelle nostre carceri, già tanto affollate.”

 Fabrizio Giulimondi

Nessun commento:

Posta un commento