lunedì 4 giugno 2012

Isabel Allende: “Il quaderno di Maya”, Feltrinelli.


 Il quaderno di Maya

Isabel Allende: “Il quaderno di Maya”, Feltrinelli.

Questo romanzo, ultima fatica della Allende,  denso e drammatico, non facile a leggersi, parte lento e sonnecchiante come una vettura diesel,  per  poi assumere sempre più energia con il trascorrere della narrazione.
Due sono gli elementi presenti in questa come in tutte le altre opere della Autrice: il soprannaturale  e le vicende legate alla  dittatura militare di Pinochet.
Sin dal primo libro La casa degli Spiriti (da cui è stata tratta l’omonima e bella traduzione cinematografica) la nipote del Presidente socialista cileno Salvator Allende, eletto nel 1970 e deposto (probabilmente morto suicida) a seguito del colpo di Stato del generale Augusto Pinochet l’11 settembre 1973,  suole immettere nei suoi scritti – specie in questo oggetto di commento -  il  soprannaturale, la  magia, la stregoneria, le leggende cilene,  inserendo  contemporaneamente  descrizioni ben dettagliate delle torture inferte dagli aguzzini agli oppositori politici.
Tali “presenze” infarciscono il diario di una ragazza americana di origini cilene, abbandonata dalla madre e trascurata da un padre pilota di aerei di linea, che sino alla età di sedici anni vive  una epoca aurea con la nonna (chiamata per una decina di volta a pagina la mia Nini) e il nonno acquisito – ma          qui ci sarà un colpo di scena! – chiamato per una decina di volta a pagina il mio Pop. Maya è legatissima ad entrambi e stravede per il mio Popo,  che morirà di tumore, travolgendo la vita della ragazza, che da quel momento in poi conoscerà droghe, alcol e prostituzione sino a inabissarsi nella degradazione più profonda.
Dopo Berkeley e l’Oragon, Las Vegas rappresenterà per Maya l’apice di questo inferno, da cui verrà fuori grazie alla mia Nini, la quale  manderà la nipote a Chiloè, una isola cilena posta  al di fuori del mondo, al fine di sfuggire alla mafia e ai narcotrafficanti.
In questo luogo paradisiaco – attraverso il quale imparerete molto sugli usi e costumi del popolo cileno - Maya verrà a conoscenza di verità del suo passato e di quello  delle persone che le stanno intorno per aiutarla,   dirompenti per tutti… anche per il lettore. 
Forse nelle 341 pagine del diciottesimo romanzo della Allende c’è troppo e, leggendolo, capirete da soli cosa io voglia intendere con tale espressione.

Fabrizio Giulimondi

Nessun commento:

Posta un commento