giovedì 2 agosto 2012

A CONTI FATTI, RADIO VATICANA, 1 LUGLIO 2012

  
  
 

     PUNTATA DELLA RUBRICA "A CONTI FATTI", RADIO VATICANA, DEL 1 LUGLIO 2012: IL QUOZIENTE FAMILIARE

     
      RISPOSTA ALLA PRIMA DOMANDA: 

Se introdotto, il quoziente familiare consente di dividere il reddito per il numero dei componenti. Attualmente, in Italia, l'imposta sul reddito (IRPEF) viene applicata all'insieme degli utili e redditi dei membri della famiglia fiscale (composta dal contribuente stesso, dal coniuge, figli minorenni e persone invalide conviventi). Con il quoziente, le quote vengono rideterminate in relazione al proprio ruolo e ai carichi di famiglia, nel rispetto della sollecitazione venuta nel 1995 dalla Corte Costituzionale in merito alla iniquità del sistema familiare italiano in relazione a nuclei numerosi monoreddito.
Un esempio: in una famiglia con un reddito complessivo di 30 mila euro l'anno dove lavorano due persone, con l’applicazione del  quoziente familiare si pagherebbero tasse come se ci fossero due redditi di 15 mila euro ciascuno. Secondo uno studio Eurispes, una famiglia con due componenti risparmierebbe dai 200 e i 1.800 euro l'anno, mentre una famiglia monoreddito ne risparmierebbe fino a ben 3.000 euro.

RISPOSTA ALLA SECONDA DOMANDA: 
.     La Francia, riserva alla fiscalità della famiglia un trattamento unico, ossia  un  modello di imposizione fiscale che tiene  conto dei carichi familiari. Merito certamente anche  del "quoziente familiare",  introdotto nell’ordinamento francese nel 1945,  l’essere il sistema francese   il campione europeo della natalità nel 2011  con  2,12 per donna,  a fronte nello stesso periodo dell’ 1,42 per donna italiana.     
Il quoziente familiare è uno strumento chiaro, trasparente, che svolge il suo ruolo in maniera costante nel tempo.
Con questo metodo, le entrate (una o più) della famiglia in Francia, devono essere sommate e poi divise per il numero dei componenti della famiglia stessa (la somma dei coefficienti attribuiti ad ogni componente, tale somma costituisce appunto, il quoziente familiare), in modo da tassare non tanto il reddito unitario percepito, quanto il reddito disponibile per ogni componente la famiglia. Il vantaggio è che ad ogni porzione di reddito si applicherà l’aliquota relativa alla sola porzione, evidentemente più bassa di quella applicabile al reddito complessivo.
Il beneficio fiscale del quoziente familiare legato al numero delle parti,è limitato alle persone a carico oltre il coniuge.
Una famiglia di quattro persone, con coniuge e due figli a carico ed un unico reddito di 25.000 € non paga praticamente alcuna imposta.

RISPOSTA ALLA TERZA DOMANDA: 

Direi fermo, perché tale sistema è ritenuto in questa delicata contingenza economica-finanziaria troppo oneroso per l’Erario.
Mi piace sottolineare l’iniziativa della Amministrazione  capitolina che ha proposto l’introduzione del Quoziente Familiare nel Bilancio 2012, attualmente in discussione al Consiglio comunale. Essa consistono principalmente in un nuovo sistema di agevolazioni tariffarie per la Tariffa Igiene Ambientale (TIA ex TARI, la Tariffa Rifiuti) che sarà legata al calcolo dell’ISEE, calibrato alla capacità contributiva delle famiglie.
Il calcolo dovrà avvenire in base alla  
 numerosità del nucleo familiare e dell’età dei figli: tale incidenza è direttamente proporzionale al numero di figli minori di 25 anni presenti nel nucleo familiare.
• condizione temporanea di difficoltà economica: presenza in famiglia di soggetti disoccupati e/o inoccupati.
 oneri sostenuti per la cura familiare e le spese essenziali: in particolare la presenza nel nucleo familiare di soggetti con handicap permanente riconosciuto o una invalidità superiore al 66% e/o di entrambi i genitori lavoratori che determinano un aumento dei costi di gestione familiare.

 prof. Fabrizio Giulimondi

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