venerdì 7 settembre 2012

LA COLLINA DEL VENTO


 
Vincitore del Premio Campiello 2012 “La collina del vento” (Mondadori) di Carmine Abate è un romanzo che racconta con sentimento e delicatezza le vicende della Famiglia calabrese Arcuri,  dal bisnonno Alberto, al nonno Arturo, al papà Michelangelo e al figlio e narratore Rino, attraversando la storia d’Italia dalla prima guerra mondiale ai giorni nostri: parte sonnecchiante per poi assumere sempre più carica.
L’aspetto veramente bello del lavoro di Abate è l’amore per la Famiglia,   intesa come  gens che abbraccia quattro generazioni,   per la sua  evoluzione economica, culturale  e sociale, per  i genitori, i  fratelli, i  nonni e i   bisnonni, i cugini, gli zii e i nipoti e per,  ultima  ma non per ultima,  la propria Terra, la propria  Collina, il Rossarco, che per tutto il racconto più personaggi  cercano di sottrarre, con mezzi leciti e illeciti, alla legittima proprietà della Famiglia Arcuri, che vede più suoi componenti passare guai e guai seri per la sua difesa ad oltranza.
Il Rossarco è il luogo fisico e metafisico dove si svolge quasi tutta l’azione,  con qualche interruzione quando la narrazione si sposta a Torino.
Il Rossarco è il luogo ove ai tempi della Magna Grecia presumibilmente si erigeva Krimisa, la colonia greca scoperta  dall’archeologo trentino Paolo Orsi, studioso realmente esistito fra il 1859 e il 1835, unico personaggio vero che percorre la propria  appassionante ricerca del sito insieme alla famiglia Arcuri, da Alberto a Rino.
“La collina del vento” è il  racconto della Famiglia Arcuri come luogo quasi mistico di affetti veri e profondi, della lotta di ogni suo componente per progredire,  per mantenere il possesso della  collina in contrasto ad ogni tipo di pressione, anche di fronte a portentose offerte di denaro, per non farla deturpare da impianti e villaggi turistici, perché il Rossarco è la Terra dei Padri, è la Patria: lì è nato e morto il  bisnonno, è nato e morto il nonno, sono  nati Michelangelo  e  suo figlio Rino e moriranno  Michelangelo  e  suo figlio Rino.
Il Rossarco, ossia la Collina del Vento, ove si sente la fragranza di profumi non conosciuti in nessuna altra collina al mondo, è  la Terra pregna dei  grandi e piccoli  dolori e amori e speranze e sentimenti vissuti dalla  Famiglia Arcuri,  ed è il luogo  dove la Famiglia Arcuri, insieme all’archeologo Orsi,  cerca con forsennata passione, scavando anche con le proprie mani, Krimisa.
Il romanzo è in qualche modo autobiografico. L’Autore è calabrese ma vive a Trento come Paolo Orsi e  come alcuni degli Arcuri,  che dalla Calabria si trasferiscono  a Torino.
La lingua italiana è inframmezzata dal dialetto calabrese, che talora necessiterebbe di qualche traduzione: vorrà dire che ne approfitterete per farvi aiutare da qualche amico di quella bella Terra,  fatta di mare e di montagne.

Fabrizio Giulimondi

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