giovedì 21 marzo 2013

"LA MIA VITA IN UNO SGUARDO" DI SIMONA MATZEU

Custodire dei sogni a volte, ti aiuta a vivere. Ti aiuta a rialzarti quando inciampi, nelle innumerevoli difficoltà del tuo cammino. E ti aiuta nei momenti in cui perdi la speranza per il futuro.”.
Iniziano così le conclusioni dell’opera prima  di  Simona MatzeuLa mia vita in uno sguardo” (ilmiolibro.it Gruppo Editoriale L’Espresso s.p.a.), breve racconto  autobiografico che dimostra che in 65 pagine si possono esprimere grandi emozioni, grandi sentimenti e si può intraprendere un percorso terapeutico. Scrivere può essere salvifico e forse per la nostra Autrice lo è stato, specie quando per trentanove anni ha cercato il padre, perché quella assenza non poteva più rimanere tale, non poteva più continuare a segnare una adolescenza, una gioventù e una esistenza tormentata, malessere affievolito, addolcito e rinfrescato dalla presenza di una amica, amica vera, amica che c’è, sempre, sino alla morte.
La Matzeu compirà il suo cammino carico di speranza verso il padre Giuseppe e, nel suo percorso incontro a lui, scoprirà di avere due sorelle (Loredana e Monica) ed una nipote (Melissa), perché quando si esce dal buio la luce è più intensa di quanto ci si aspettava all’inizio dell’impresa e i presagi ammonivano.
Questa storia toccante e vera, lacrime e risa vere, gioia, urla e felicità vissute che si fondono nelle pagine divenendo inchiostro, è da leggere, perché è la più alta e nobile dimostrazione che un bambino ha bisogno del  padre e della madre e non può subire la loro escissione: la mancanza di uno dei due comporterà una mutilazione che continuerà a sanguinare finché non avverrà la ricongiunzione. Il padre, la madre, i figli: una caro, la stessa carne, una sola cosa, un unicum
La narrazione termina con una citazione del grande scrittore argentino Paulo Coelho. Mi permetto di aggiungerne una io, tratta da uno dei suoi più bei libri Lo Zahir: ” Lo zahir è un pensiero che all’inizio ti sfiora appena e finisce per essere la sola cosa a cui riesci a pensare. Il mio zahir ha un nome e il suo nome” sono Giuseppe, Loredana, Monica, Melissa…e Giulia.

Fabrizio Giulimondi

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