mercoledì 23 ottobre 2013

"GRAVITY" DI ALFONSO CUARON


 
Gravity di Alfonso Cuaròn.

Due soli protagonisti. Due grandi attori: Sandra Bullock e George Clooney.

La Bullock che domina solisticamente la scena per tutta la seconda parte del film, mentre vaga nell’universo.

Il silenzio di 2001 odissea nello spazio, il mistero di Solaris, le luci magiche notturne di Spielberg in Incontri ravvicinati del terzo tipo, l’avvincente rientro della  navicella Soyouz nell’atmosfera terrestre come in Apollo 13.

Un 3D dei migliori che fa piombare addosso allo spettatore  relitti di una astronave e  frammenti di corpi celesti.

La visione stupefacente della Terra lambita dal Sole.

Il senso dell’infinito che avviluppa la sala.

La religiosità americana che filtra nel finale, sentimento oramai in via di decomposizione nelle pellicole europee.

Una armoniosa sinfonia recitativa che duetta fra interpretazione verbale e momenti espressivi colmi di silenzio.

Una inavvertita eppure persistente  sensazione di inquietudine giace fra le pieghe delle immagini, che  nella loro grandiosità e ampiezza sono furtivamente  kenofobiche.

 

Fabrizio Giulimondi

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