giovedì 12 dicembre 2013

" BLUE JASMINE" DI WOODY ALLEN

Locandina Blue Jasmine
Ogni film di Woody Allen è una sua personale seduta psicanalitica che il Maestro ha scelto di compiere tramite modalità cinematografiche. Ogni sua opera è una seduta di analisi e non è esclusa da tale singolare terapia l’ultima bella pellicola “Blue Jasmine”, dal grande registra statunitense scritta, sceneggiata e diretta.
Woody Allen, come al solito, usa il suo inconfondibile tocco newyorkese, a base di xanax e ansie,  con il quale nevrotizza la recitazione di tutti gli  straordinari attori presenti in “Blue Jasmine (Vi ricordate l’interpretazione un po’ schizoide di Owen Wilson in Midnignt in Paris?), a partire da una insuperabile Cate Blanchett, la cui intensità espressiva del viso, specie nelle ultime scene, meriterebbe un Premio internazionale a parte, da Alec Baldwin  (nelle piece  di Woody Allen protagonista in uno degli episodi raccontati in To Rome with love) e, dalla sempre dirompente, Sally Hawkins.
La tecnica narrativa è quella classica e molto adoperata, specie dopo la commedia del 1988 Sliding  doors,  del  repentino passaggio della storia dallo “ieri” all’ ”oggi”, per poi tornare in a flash al passato.
La trama coinvolge due “sorelle” non di sangue,  in quanto entrambe adottate dagli stessi genitori, però da famiglie diverse. L’una, Jasmine (Cate Blanchett),  sposata con un uomo ricchissimo, l’altra, Ginger (Sally Hawkins),  con un paio di uomini un po’ più miserrimi. La vita travolgerà le fortune della prima – coniugata in realtà con un  filibustiere – che si vedrà costretta ad andare a vivere dalla “sorellastra”, dotata di una comprensione e di una umanità che l’altra sconosceva del tutto nella passata vita di agi, durante la quale si era mostrata,  invece, cinica e spregevolmente piccola e superficiale.
La pazzia prenderà sempre più piede nella mente di lei sino alle ultime sequenze, nelle quali le immagini di una struggente mimica di Jasmine innalzano Cate Blanchett  verso l’olimpo delle grandi attrici americane.


Fabrizio Giulimondi

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