martedì 19 agosto 2014

RODERICK DUDDLE DI MICHELE MARI: SECONDO CLASSIFICATO AL PREMIO CAMPIELLO 2014

Il giudice Bonham non ne poteva più di quella storia, che fra adozioni, affidamenti, cavilli araldici, episodi di sangue, diffide, persone scomparse e pretese ereditarie si era avvolta su se stessa fino a formare un groviglio inestricabile. Due cose in particolare lo irritavano: uno era l’incrocio del diritto civile (cioè del suo mondo) con il diritto penale, il diritto canonico e il diritto araldico; l’altra era il sospetto  che tutti gli attori del caso, dal primo all’ultimo, lo avessero preso in giro fin dall’inizio. E non potendone più, decise di chiudere la vicenda nel modo più economico possibile.”.
Questo passaggio dello splendido romanzo “Roderick Duddle” di Michele Mari (Einaudi), ottimamente fa intendere la coinvolgente, incisiva e complessa trama di una storia avvincente, composta da un reticolato di fatti, personaggi e coupe de theatre, che si intersecano geometricamente fra di loro sino a somigliare ad una fine ragnatela tessuta da un astuto e crudele ragno.
Michele Mari infonde nella storia, nella struttura del linguaggio  e nello stile linguistico il proprio amore per la narrativa ottocentesca britannica, di cui Dickens, Stevenson e  Twain sono gli impareggiabili protagonisti.
Mari, studioso attento delle parole e della etimologia di vocaboli italici in disuso o, addirittura, prelevati da dizionari settecenteschi ed ottocenteschi, impreziosisce il tessuto lessicale di espressioni ricche di significato, di cultura  e di storia, unitamente ad  affascinanti francesismi.
La presenza costante del “narratore” -  che similmente ai coreuti della commedia greca, interloquisce con il lettore, vezzeggiandolo, insultandolo, blandendolo, deridendolo e  disprezzandolo a secondo delle circostanze -  rappresenta una  divertente  fictio, plasmata dalle sapienti mani di Mari anche per fornire al pubblico una migliore comprensione della narrazione, punteggiando a macchia di leopardo il testo con  alcune sintesi  “delle puntate precedenti”.
Tutto gira intorno ad una eredità, ad un ragazzo portatore di un medaglione, ad un convento,  un postribolo e un ermafrodito, ed è bravissimo l’Autore nel toccare  temi pruriginosi senza scadere mai nell’osceno, nel volgare o, come taluni avrebbero fatto, nell’erotico e nel pornografico.
“Roderick Duddle” merita(va) senza alcuna ombra di dubbio l’assegnazione del Premio Campiello il prossimo 13 settembre a Venezia.


Fabrizio Giulimondi

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