sabato 9 settembre 2017

VINCITORE DEL PREMIO CAMPIELLO 2017:"L'ARMINUTA" DI DONATELLA DI PIETRANTONIO (EINAUDI)

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Lo sguardo e l’espressione mimica della donna della copertina del romanzo vincitore del Premio Campiello 2017, “L’arminuta” di Donatella Di Pietrantonio (Einaudi), preannuncia ciò che sarà raccontato, accenna lo stile seguito dalla Scrittrice: aspro come la terra delle montagne abruzzesi; morbido come la cima della Majella, delicato come le ondine che giungono infiacchite sulle spiagge pescaresi; cocciuto come un contadino chietino. Non v’è un proscenio ben definito. Si sa solo che l’ambientazione è l’Abruzzo, fra la costa, dove il mare addolcisce tutto, e l’interno, dove l’asperità del terreno entra nel cuore di genti abituate alla fatica ed alla sofferenza. Forse è il clima, forse lo stesso ambiente, ma lo stacco di rappresentazione psicologica, morale e fisica dei personaggi è netto.
L’arminuta” è la storia ruvida di una bambina a cui viene stravolta la vita: la madre molto benestante in realtà è sua zia, mentre la zia povera è la vera madre. La ragazzina tredicenne viene calata, al pari di una forra, in una famiglia derelitta. Il tocco delicato della Di Pietrantonio, però, rende morbido ciò che è puntuto e il lettore, nell’incedere della storia, sentirà sempre meno il fetore inizialmente promanato dalle pieghe dei periodi. La famiglia derelitta ha una sorella, Adriana, da cui socraticamente usciranno sentimenti veri, dirompenti, e la madre di quella misera famiglia saprà ben comprendere le esigenze di quella figlia “arminuta”, ritornata.
La scrittura è disseminata di momenti profumatamente poetici: “Nel tempo ho perso anche quell’idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza. E’ un vuoto persistente, che conosco ma non supero”.
E’ un romanzo sui bisogni affettivi più ancestrali, animato da una narrazione prorompente sul filo di seta che affascia tutti noi al prima, al dopo, alla vita, alla morte, all’Umanità: la madre. La mamma è il da dove veniamo, il dove andiamo, la strada che percorriamo, gli occhi attraverso i quali vediamo la nostra e l’altrui esistenza: “Non c’era più ragione di esistere al mondoRipetevo piano la parola mamma cento volte, finché perdeva ogni senso ed era solo ginnastica delle labbra. Restavo orfana di due madri viventi

Fabrizio Giulimondi  

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