lunedì 8 ottobre 2018

"M.IL FIGLIO DEL SECOLO" di ANTONIO SCURATI (BOMPIANI)


Alla mole titanica di saggi, monografie e studi sul fascismo e su Mussolini si aggiunge da qualche settimana “M. Il figlio del secolo” di Antonio Scurati (Bompiani), scrittore molto prolifico, già vincitore e frequentatore di Premi letterari di qualità e importanza al pari dello Strega e del Campiello.
L’avventura che Scurati ha intrapreso - e che pari non termini con questo libro -  consiste nell’indagine sul fascismo e sul suo ideatore, ripercorrendo gli anni dal 23 marzo 1919 (nascita dei Fasci di Combattimento) al 3 gennaio 1925 (inizio della vera e propria dittatura), con l’uso della forma del romanzo.
M. Il figlio del secolo” è un romanzo storico non come è stato avvertito dai più sino ad ora, bensì un romanzo che si snoda lungo avvenimenti, personaggi e dialoghi, tutti rigorosamente comprovati e corroborati da documentazione storica, scritta e testimoniale.
Lo stile è piacevole e scorrevole, il linguaggio asciutto e privo di retorica, anche se ogni vocabolo trattiene a stento la passione provata dall’Autore. Non v’è enfasi e alcun sentore epico e lo Scrittore si tiene lontano da vecchi canoni infarciti della tralatizia retorica dicotomica fascismo-antifascismo (pur rimanendo egli fermo sulle proprie posizioni apertamente di Sinistra), sforzandosi di mantenere una equidistanza dai fatti che, da soli, debbono essere in grado di interloquire con il lettore.
Il romanzo si snoda lungo una carreggiata fatta di dovizia di particolari perché sono questi a dare forma compiuta al mosaico della Storia: ogni particolare, anche apparentemente ininfluente, insipido e anonimo, conforma, staglia, insaporisce, delinea e configura i contorni e l”‘in sé” di Benito Mussolini e della sua creatura, il fascismo. L’analisi è chirurgica. Lo studio realizzato con il microscopio. Aneddoti ed episodi fungono da materiale organico da dissezionare con il bisturi del metodo storiografico e penetrare con l’occhio del romanziere. A differenza di tanti altri scritti su analogo argomento, Scurati con l’onestà intellettuale dello studioso evidenzia più di una volta la differenza fra la truce, prolungata e tracotante violenza compiuta dalle camice nere, e gli stermini posti in essere nello stesso periodo nella Russia totalitaria comunista-leninista.
Seppur il paragone possa risultare ardito – e me ne scuso -  mi chiedo se, parimenti al regista Paolo Sorrentino che con il suo lavoro cinematografico “Loro” ha cercato di sminuire e ridicolizzare l’immagine di Silvio Berlusconi, invece ingigantendola, Antonio Scurati contra suam  voluntatem  non irradi quel periodo buio di una luce che possa affascinare i giustamente molti lettori di questa bell’opera.
La domanda che il lettore ha l’obbligo di porsi, insieme a coloro che, errando, non leggeranno “M. Il figlio del secolo”, è come mai anche Antonio Scurati si sia mosso a confrontarsi con la presenza di Benito Mussolini, fondatore e Duce del Fascismo, Presidente del Consiglio della Monarchia italiana per poi divenire Primo Ministro e Dittatore d’Italia, amato da moltissimi sudditi di Sua Maestà Vittorio Emanuele III di Savoia – entusiasmo brutalmente cessato dopo l’alleanza con il nazismo hitleriano -,  dalla Chiesa di Papa Pio XI e da Capi Governo liberali stranieri come Winston Churchill?
Fabrizio Giulimondi

Nessun commento:

Posta un commento