domenica 19 aprile 2020

"L'ULTIMA RIGA DELLE FAVOLE" di MASSIMO GRAMELLINI (TEA TANDEM)


L’ultima riga delle favole” è l’opera prima (Tea Tandem, 2010) del noto giornalista Massimo Gramellini, di valore artistico, stilistico e contenutistico ben lungi dal bel libro autobiografico “Fai bei sogni”, da cui è stato tratto l’omonimo film di Marco Bellocchio.
L’ultima riga delle favole” è un romanzo favolistico, metaforico e simbolico con tinte che possono ricordare il genere fantasy e robuste, molto robuste, evocazioni di ambientazioni, atmosfere e struttura narrativa a “Il profeta” dello scrittore libanese Gibran.
Tomàs compie il suo cammino interiore di allontanamento e, infine, rifiuto della fuga come modalità di vivere e di relazionarsi con le donne, attraverso un cammino “esteriore” dentro un mondo fantasioso creato dall’Autore parametrandolo a favole classiche quali “Pinocchio”, “Biancaneve”, “La bella addormentata nel bosco” e “La Bella e la Bestia”, in salsa letteraria mitologica, immaginifica, allegorica e surreale.
La puerilità di una certa ricerca spasmodica del brocardo “L’amore è l’energia vitale di tutto e tutto sovrasta e tutto vince” indebolisce l’intelaiatura del racconto, rendendolo a tratti tedioso.
Suggestivi e pregni di concetti filosofici e metafisici alcuni passaggi, che ricordano un poco il tessuto connettivo delle opere di Marcello Veneziani: “La parola è degli uomini e l’arte degli angeli, ma il silenzio è degli dei. Il silenzio, sì, la lingua antica che riempì molte tavole. Dai miti alle legende, dai testi sacri alle favole…L’anima ha un nemico, l’ego, che la vuole annientare…I ‘se’ sono la patente dei falliti, lo so. Nella vita si diventa grandi ‘nonostante’ ”.
Indubbiamente coinvolgente il dialogo fra Tomàs (novello Dante dei nostri giorni) e i “Virgilio” che egli incontra nel suo peregrinare ne “Le Terme dell’Anima”, dialogo che si incentra su uno scrutinio intellettuale volto a  comprendere cosa sia veramente l’anima gemella e come, per scovarla, necessiti una effettiva complementarità fra sesso maschile e quello femminile, la cui diversità e la bellezza del loro incastro costituiscono l’unico saldo fondamento di un rapporto amoroso autentico, stabile  e duraturo, anche sino alla morte.
Fabrizio Giulimondi


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