giovedì 7 maggio 2020

FABRIZIO GIULIMONDI: "RIFLESSIONI NEL TEMPO PANDEMICO"


Centro Padovano di Terapia della Famiglia Pandemia Covid-19 ...
I 600 euro (pochissimi - anche se diventano 800 euro per qualche mese cambia poco -  e dati con ritardo e con meccanismi complicati al pari dell'accesso ai finanziamenti bancari del c.d. "Decreto imprese") sono liquidati a liberi professionisti e commercianti indipendentemente dal numero dei componenti il nucleo familiare.
PROPOSTA: vanno modulati in base a se uno vive da solo o ha famiglia e dal numero dei componenti della famiglia (minori, anziani, disabili);
FAMIGLIA:
Si è vista l'importanza della famiglia in queste settimane, luogo dove le persone si sono aiutate, supportate, protette a vicenda in un mutuo scambio di affetti (a parte quello che dirò dopo).
Il Governo non ha messo un centesimo per aiutare le famiglie (V. Dichiarazione Ministro famiglia Bonetti) in questo momento così tragico (previsioni giù PIL dal - 8 al -9.5%). Aveva parlato di inserimento di assegno per le famiglie in un decreto legge: niente!
PROPOSTA:
1) Prevedere "assegno unico per la famiglia" (di cui la Lega parla da tempo), ossia un emolumento onnicomprensivo che unisca in un unico assegno tutte le varie e sparpagliate provvidenze per i nuclei familiari in modo di razionalizzare la normativa e dare certezze alle famiglie: l'assegno deve tenere in considerazione il numero dei componenti, la presenza di minori, di invalidi (gravi, meno gravi) e di anziani (autosufficienti o meno)
2) Il quoziente familiare adottato anche in altri Paesi europei come la Francia incentiva anche la natalità, in quanto i redditi percepiti nel nucleo familiare sono divisi per il numero dei componenti e più essi aumentano e più la tassazione si abbassa, tenendo sempre in considerazione la presenza di minori (anche per fasce di età degli infra - diciottenni) o maggiorenni che non lavorano, anziani, invalidi (per gravità della disabilità e patologia), presenza di disoccupati o inoccupati;
3) Considerare il latte in polvere una sorta di "salvavita" e consentirne l'accesso gratuito alle madri in difficoltà economica entro una certa soglia di reddito.
INVESTIRE SULLA FAMIGLIA E' INVESTIRE SULLA SOCIETA', NON E' UNA FACOLTA' O UN OPTIONAL: O SI INVESTE SU DI ESSA O NON C'E' FUTURO!
Famiglia, scuola e lavoro sono interconnessi perché il c.d. smart working ("lavoro agile"), che può andare bene nel breve periodo, può, poi, diventare un gravoso problema per le famiglie e, in particolare, per le donne, anche in termini retributivi, oltre che di dinamiche relazionali.
Spiego:
Lo smart working elimina del tutto la sfera relazionale ed umana che compone l'attività lavorativa, che non è soltanto la prestazione lavorativa in sé e per sé considerata ma contatti, vicinanza, socialità, umanità, amicizia, affetti, stima, tutti fattori che svolgono anche un ruolo incentivante e di pungolo per la medesima qualità (e quantità) della prestazione professionale.
La modalità lavorativa dello smart working costringe il lavoratore privato e pubblico - a casa, ognuno separato dall'altro e collegato soltanto per mezzo di una macchina -  a lavorare ben oltre l'orario di servizio. A differenza del telelavoro che è semplicemente un "decentramento" a casa del lavoro dell'ufficio, lo smart working è una modalità di lavoro di natura diversa, volta al raggiungimento di risultati e obiettivi, non coerente con la natura di molti lavori pubblici e privati che si basano ancora sull'attività lavorativa "in presenza". Occorrerebbe, pertanto, una modifica radicale dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro per consentire lo smart working come modalità lavorativa ordinaria.
Ad oggi lo smart working si sta rivelando estremamente svantaggioso per il lavoratore pubblico e privato, il quale può:
       essere costretto a lavorare in qualunque ora della giornata e ben oltre il proprio orario contrattuale di servizio;
       rimetterci in termini retributivi (niente buoni pasto, straordinari, voci legate alla presenza).
Le donne ne stanno avendo grande svantaggio perché, senza soluzione di continuità, passano, spesso, dal lavoro alle attività casalinghe e familiari (sono rientrati al lavoro lo scorso 4 maggio il 72,4% di uomini mentre molte donne sono rimaste a casa). A questo si aggiungono le lezioni on line degli studenti che, se figli piccoli frequentanti le elementari, sono a loro volta seguiti dalle madri che, pertanto, lavorano on line da casa per se stesse e per i figli piccoli.
PROPOSTA: lo smart working deve essere una eccezione o, in subordine, essere alternato con turni di lavoro in presenza a incastro con i colleghi; essendo una modalità di esecuzione del lavoro e non un diverso tipo di lavoro la retribuzione deve rimanere immutata indipendentemente se l'esecuzione della prestazione avvenga in ufficio o in casa; se si lavora in smart working deve lo stesso essere rispettato l'orario di servizio ed avvenire la disconnessione all'ora di scadenza dell'orario.
MODALITÀ DI STUDIO ON LINE per studenti, dalle elementari al liceo (lo stesso problema vale, seppur con tenore diverso, per le Università): negata la socialità che, per lo sviluppo cognitivo, psicologico e della personalità dei ragazzi, è fondamentale. Grave criticità della assenza o scarsezza della rete ("divario digitale" o "digital divide") che implica per parte degli studenti (circa il 41% del territorio nazionale) difficoltà (o assenza) di connessione, con gravissime conseguenze nel seguire le "classi virtuali", per non parlare delle notevoli difficoltà nel sostenere gli esami, a partire dalla quelli di maturità.
PROPOSTA: ripristinare all'inizio del prossimo anno scolastico la presenza degli studenti a scuola, seppur ovviamente in sicurezza, per la qualità dell'insegnamento, dell'apprendimento, degli esami da sostenere e dello sviluppo umano e cognitivo dei ragazzi.
Anche i giovani vedono nero il loro futuro, consegnati a lavori precari, incerti, fumosi, mal pagati (problemi occupazione femminile e giovanile).
SCUOLE PRIVATE (laiche e) cattoliche nel Veneto: circa il 30% rischia di non riaprire: ruolo formativo ed educativo fondamentale e il loro venir meno fornisce un colpo mortale alla crescita educativa e culturale dei giovani.
PROPOSTA: dare un bonus (specie per le famiglie che non superano una certa soglia dio reddito complessivo) da spendere, per chi vuole, per accedere alle scuole private cattoliche (o laiche).
In questa situazione di gravissima difficoltà economica e sociale per l'Italia il mostro della LUDOPATIA sta già crescendo ulteriormente.
N.B. consentiti dal 4 maggio i giochi d'azzardo legali dei Monopoli di Stato ma LE MESSE PUBBLICHE NO CON INAUDITA LESIONE DELLA LIBERTÀ DI CULTO (ART. 19 DELLA COSTITUZIONE).
N.B. La presenza coatta in casa - come segnalato dagli addetti ai lavori (sociologi, psichiatri, psicologici, assistenti sociali, mediatori familiari) - ha aumentato la violenza morale e fisica sulle donne nelle case dove già preesistevano problemi e criticità di tale genere. Le stesse associazioni che si occupano del problema evidenziano la riduzione delle denunzie nell'arco di tempo della quarantena per la difficoltà o impossibilità delle donne di telefonare ai numeri preposti, per la costante presenza del marito. IL GOVERNO SI E' LIMITATO A SIGILLARE LE FAMIGLIE IN CASA DISINTERESSANDOSI DEL TUTTO DI QUESTI DRAMMI SOCIALI.
N.B. SI SONO LIMITATI A DIRE: STATE A CASA MA TUTTE LE CONSEGUENZE, ANCHE MOLTO GRAVI, di ordine non solo economico e lavorativo, ma anche sociale ed umano (per le donne GIA' in difficoltà con i mariti o compagni; per i bambini che si sono visti interrompere all'improvviso il contesto in cui vivevano, come scuola, attività sportive, parrocchiali, ludiche, amicizie, il resto della famiglia al di fuori del nucleo familiare; gli anziani lasciati soli; gli invalidi soli o in famiglie che si sono sobbarcate del peso senza più alcun aiuto sociale esterno) SONO STATE ACCOLLATE INTERAMENTE AI CITTADINI ITALIANI

Fabrizio Giulimondi 

3 commenti:

  1. Commento off topic (in quanto non sono riuscito a trovare un contatto).
    Ho letto il suo articolo https://www.notizieinunclick.com/ha-ragione-la-lombardia-o-il-governo-buona-la-prima/

    Oltre a quanto citato a mio avviso c'è da considerare anche l'art 120 cost che al secondo comma dice:

    "Il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province e dei Comuni nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela dell'unità giuridica o dell'unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali. "

    A mio parere l'epidemia può essere considerata come "pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica", in questo caso il governo aveva la possibilità di sostituirsi alla regione.

    Il fatto che si lasci la libertà al governo, a mio parere, è da riferirsi al caso in cui la regione non stia operando nel giusto modo. In altre parole: anche se c'è tale pericolo ma la regione si comporta bene, allora non interviene il governo, viceversa viene concesso il potere di intervenire in deroga agli altri principi.

    Quindi il fatto che non sia intervenuto implica che (i) o ha valutato l'operato della regione in modo positivo (quindi il governo è stato negligente) oppure (ii) lo ha valutato negativamente ma non è intervenuto (quindi il governo è ha una responsabilità).

    Se non vuole pubblicare il commento non mi interessa, era mio interesse riportarle questo mio pensiero.

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    1. La ringrazio....il commento è pubblico in automatico

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    2. avrebbe dovuto esservi il riferimento alla salute che invece manca. Il pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica si riferisce ad altro. Cmq La ringrazio

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