tag:blogger.com,1999:blog-2434616188830777781.post5053441246077761395..comments2024-02-09T23:13:39.474-08:00Comments on Fabrizio Giulimondi - Recensioni libri: FABRIZIO GIULIMONDI: UNA STORIA DI REDENZIONE E DI SPERANZA "NON MI AVRETE MAI" DI GAETANO DI VAIO E GUIDO LOMBARDIFabrizio Giulimondihttp://www.blogger.com/profile/08017057991485675467noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-2434616188830777781.post-81915672763111038802013-07-23T10:49:22.103-07:002013-07-23T10:49:22.103-07:00Caro Fabrizio, cari Amici lettori del Blog,
non ho...Caro Fabrizio, cari Amici lettori del Blog,<br />non ho potuto che leggere con grande interesse questa recensione, sia per come è sapientemente scritta sia perché tratta un tema molto vicino ai miei studi e al lavoro che svolgo quotidianamente.<br />Credo che questo romanzo affronti due grandi temi della e nella nostra società: la scelta tra una vita disonesta e certamente più comoda e fruttifera e una vita onesta, guidata dai sani principi che, però, costa molta più fatica e spesso è molto meno vantaggiosa economicamente della prima. <br />Penso a ciò che uno dei miei docenti di Criminologia ci disse parlando della grande scommessa di noi operatori verso la criminalità minorile, egli diceva: “Lavorare sul campo affinchè i minori autori di reato capiscano, comprendano che è meglio guadagnare 800 euro in un mese con un lavoro onesto, piuttosto che guadagnarne 1000 al giorno soltanto per fare da “cavalli bianchi” (portare le sostanze stupefacenti da uno spacciatore all’altro). <br />E’ la scelta tra il buio e una luce, anche piccola. Ma luce.<br />L’altro tema che credo affronti il romanzo è quello delle condizioni delle nostre carceri. Condizioni che abbrutirebbero anche un ‘angelo sceso in terra’; la civiltà, il rispetto, l’ordine chiamano e producono altrettanti valori. E’ questo il punto più importante. La detenzione in sé per sé è la Pena in quanto privazione della libertà, tutto il resto è solo ignorare che siamo esseri umani, non bestie.<br />Infine, a proposito del rapporto tra “guardie e galeotti”, vorrei menzionarvi l’esperimento che negli anni ’70 il Prof. Zimbardo dell’Università di Standford fece nelle aule sotterranee della stessa Università con la collaborazione di studenti volontari. <br />Simulò un carcere con all’interno detenuti e guardie penitenziarie, ruoli interpretati dagli studenti. Già dopo qualche giorno osservò che chi aveva il ruolo di guardia iniziò ad assumere autenticamente comportamenti violenti e sadici, mentre chi aveva il ruolo di recluso diventava sempre più impaurito, sottomesso e rabbioso. Tali reazioni divennero talmente eclatanti da indurre Zimbardo – anche su richiesta dei suoi studenti “interpreti” – ad interrompere l’esperimento molto prima di quanto previsto.<br />Tutto ciò per dire che la vita spesso ci pone davanti ad un bivio: lasciarci andare alla brutalità, alla violenza, alla forza del male o scegliere di redimerci ogni giorno scegliendo il sorriso, il lavoro serio, il costruire le cose, l’amore per la vita.<br />E’ un dilemma, questo, perenne, poiché quella “bestialità” da noi tanto temuta ed allontanata esiste in ognuno di noi e contrastarla è l’atto più coraggioso e faticoso del nostro cammino verso la Civiltà ed il Rispetto verso l’Altro.<br />Fiora Fornaciari, psicologaFabrizio Giulimondihttps://www.blogger.com/profile/08017057991485675467noreply@blogger.com