“La mia strada verso la maturità era
tormentata. Dentro di me combattevano due Ita – quella che volevo essere e
quella che sono. Una distruggeva l’altra. Sapete cosa intendo?”.
Vi
sono libri di poche pagine ma di altissimo contenuto morale ed introspettivo, piccole
nuvole cariche di una pioggia primaverile e refrigerante: la biografia – autobiografia
- intervista “Nodi ossia i sogni si avverano” (PWH
ARTI), di Ita Plutowska-Witaszek, è uno di questi.
La
vita vissuta da Ita, una ragazza down, dalla scoperta dei genitori dei “cromosomi
in più” durante la sua esistenza intrauterina, al matrimonio, trascorre in una
ritmata e crescente presa di coscienza della sua “diversità” che l’ha resa così
speciale, così migliore, così solare.
La
mente del lettore si dibatte fra il rabbuiarsi al pensiero del barbaro down syndrome free, ossia del progetto
scandivano volto a non fare nascere questi ragazzi, e l’affacciarsi al sorriso
di Ita che tutto avvolge e tutto
soverchia.
E i
ricordi del lettore viaggiano in direzione della pellicola del 1996 “L’ottavo
giorno”, film straordinario del regista belga Jaco Van Dormael, con un attore protagonista down superlativo, Pascal
Duquenne. Il cinema si incunea nella letteratura che ricambia abbracciandolo.
Il Georges della storia proiettata sul Grande Schermo è Ita e Ita è Georges, solo
che Ita sceglie la vita e non si
arrende, perché l’amore, di cui trasuda ogni riga del libro, è il vero motore
ruggente della trama, è il supporto e il baluardo della vita di questa giovane
polacca dagli occhi dal taglio orientale.
Il
libro, scritto in polacco e tradotto in inglese e in italiano, è frutto di un pregevole
sforzo “di penna” dell’Autrice, oltre di un lungo lavorio di ausilio dell’Opera
orionina polacca, che ha sempre creduto in questa giovane, quanto coraggiosa,
fanciulla che vorrebbe tanto avere un figlio: la vita richiede vita.
Fabrizio Giulimondi