Ogni
cosa ha un inizio, uno sviluppo ed una fine ed è giunta a conclusione la lunga
opera cinematografica spezzettata - come oramai è consuetudine - in quattro tempi,
Hunger Games: Hunger Games, La ragazza di
fuoco, Il canto della rivolta, Parte
I e Il canto della rivolta, Parte II.
Quest’ultima, diretta sempre da Francis
Lawrence, la ritengo migliore degli “episodi” precedenti. Pur mantenendo l’ambientazione
antica romana, passa dalle modernizzate lotte gladiatorie a vere e proprie azioni
belliche da parte dei rivoltosi, anche se di sapore catacombale.
La
nostra Katniss Everdeen, “La
Ghiandaia Imitatrice”, mimicamente in sempiterna tristezza, combatte fino ad
espugnare il tiranno, sia quello “evidente”, sia quello “nascosto” dietro il
volto del giusto: non sempre le rivoluzioni tendono a sostituire un regime
totalitario con uno democratico.
Il cast è lo stesso delle volte precedenti
e sempre di altissimo livello: Jennifer
Lawrence, Donald Sutherland, Julianne Moore, Philip Saymour Hoffman, granDissimo
attore morto durante le riprese del film e surrogato da artifici computeristici.
Godibile colonna sonora di James Newton Howard.
Fabrizio Giulimondi
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