Droga.
Alcol. Ludopatia. Problematiche che fanno tremare le vene nei polsi.
Problematiche che ci costringono ad interrogarci prima che come Istituzioni,
come cittadini, genitori, persone.
L’uso di
droga, specialmente negli ultimi anni quelle chimiche, dilagano negli ambienti
giovanili, determinando gravi problemi ad una sana crescita fisica e
psicologica degli adolescenti, mentre l’abuso di alcol, che prima era una
realtà riguardante solo persone di età adulta, si sta diffondendo
drammaticamente anche fra ragazzi sempre più giovani. Il gioco ossessivo e
compulsivo è un fenomeno abbastanza recente, comparso sul finire dello scorso
secolo ma che, anche con l’aiuto del web
e dei mezzi di comunicazione rapidi e di massa (penso agli smartphone), sta assumendo caratteristiche devastanti per parte
della popolazione italiana.
Tutte e
tre le fenomenologie possono avere conseguenze criminogene e antisociali.
Per
ludopatia (o gioco d’azzardo patologico) si intende l’incapacità di resistere
all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse.
Per continuare a dedicarsi al gioco d’azzardo e alle scommesse, chi è affetto da ludopatia trascura lo studio o il lavoro e può arrivare a commettere furti o frodi. È una condizione molto seria che può arrivare a distruggere la vita.
La ludopatia può portare a rovesci finanziari, alla compromissione dei rapporti e al divorzio, alla perdita del lavoro, allo sviluppo di dipendenza da droghe o da alcol fino al suicidio. Tra i maschi in genere il disturbo inizia negli anni dell’adolescenza, mentre nelle donne inizia all’età di 20-40 anni. Secondo alcune stime americane la ludopatia può interessare il 2-4% della popolazione, rappresentando dunque anche un importante problema di salute pubblica. Nel 2000 gli italiani hanno speso circa 4 miliardi per il gioco d’azzardo legale, l’anno scorso l’ammontare è salito a 84,5 miliardi (e nel 2012 si toccò l’apice con quasi 90 miliardi).
Per continuare a dedicarsi al gioco d’azzardo e alle scommesse, chi è affetto da ludopatia trascura lo studio o il lavoro e può arrivare a commettere furti o frodi. È una condizione molto seria che può arrivare a distruggere la vita.
La ludopatia può portare a rovesci finanziari, alla compromissione dei rapporti e al divorzio, alla perdita del lavoro, allo sviluppo di dipendenza da droghe o da alcol fino al suicidio. Tra i maschi in genere il disturbo inizia negli anni dell’adolescenza, mentre nelle donne inizia all’età di 20-40 anni. Secondo alcune stime americane la ludopatia può interessare il 2-4% della popolazione, rappresentando dunque anche un importante problema di salute pubblica. Nel 2000 gli italiani hanno speso circa 4 miliardi per il gioco d’azzardo legale, l’anno scorso l’ammontare è salito a 84,5 miliardi (e nel 2012 si toccò l’apice con quasi 90 miliardi).
E’ una condizione di
cui, purtroppo, si parla da troppo poco tempo nonostante la sua diffusività e radicamento
in ogni strato sociale ed area geografica.
L’arrivo massivo di
internet e dei social network ha
amplificato il problema andando oltre il “consumatore medio” che si reca
nell’area nascosta del bar e della sala giochi a ciò dedicata: il giocatore
compulsivo si rintana nella poca stanza e gioca tramite il proprio cellulare o
il computer.
Il Governo
ed il Parlamento stanno cercando di fornire una soluzione normativa al
problema, ben consapevole che quest’ultimo possa essere ridimensionato soltanto
con il contributo e la collaborazione di tutto il corpo sociale, specie degli
organismi e delle associazioni che hanno un notevole patrimonio esperienziale e
professionale alle spalle.
Anche
se c’è ancora molto da fare (e questa sede è per me una occasione di ascolto e
riflessione), il Governo ha cercato di fare la sua doverosa parte inserendo
disposizioni di natura fiscale, in materia di pubblicità e di ricollocazione
delle sale all’interno della legge di stabilità dell’anno scorso: a fronte dei 17.000 punti gioco, le
concessioni rilasciate sono state solo 15.000, di cui 10.000 soltanto a sale destinate
esclusivamente al gioco, mentre le restanti sono state riconosciute
ai locali in cui la commercializzazione è solo accessoria (ad esempio tabaccherie
e bar); tra le 5.000 macchinette solo
1.000 sono presenti in locali dove vengono vendute bevande. I provvedimenti
dell’Esecutivo hanno fatto propri alcuni input
scaturiti dal Parlamento e, in particolare modo, dal testo
unificato approvato dalla Commissione Affari sociali (“Istituzione di un
Osservatorio nazionale sulle dipendenze da gioco d’azzardo e disposizioni per
la prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da gioco d’azzardo
patologico”) che prevede misure per la cura e la riabilitazione dei soggetti
affetti da gioco d’azzardo patologico, per la protezione dei minori e dei
soggetti più deboli, per la prevenzione sui fattori di rischio del gioco
d’azzardo patologico ed il divieto di introduzione di nuove piattaforme on line per il gioco d’azzardo; in
merito ai pagamenti, sia per le giocate tramite apparecchi tradizionali sia per
quelle on line – sempre secondo
questo testo unificato di proposta di legge -, l’unica
modalità prevista è quella elettronica mediante carte nominative con rilascio
di apposita ricevuta che riporti la somma spesa per la giocata e quella vinta,
mettendo in evidenza la differenza, oltre ad essere vietata la propaganda
pubblicitaria del gioco d’azzardo.
Disposizioni
in materia sono contenute anche nella legge di stabilità per il 2017, che, fra
l’altro, incentivano il “giocatore” ad utilizzare lo strumento di pagamento
elettronico invece di quello cartaceo. Limitazioni temporanee al gioco
d’azzardo sono contenute anche nel provvedimento relativo alle aree colpite
dagli eventi sismici del 2016, approvato in via definitiva dalla camera il 14
dicembre 2016. Si segnala, infine, che la Commissione Finanze della Camera ha
avviato il 30 settembre 2015 l’esame della risoluzione 7/00728 per l’adozione
da parte del Governo di misure urgenti volte a superare le incertezze
dell’attuale quadro normativo sulle procedure di autorizzazione all’apertura
delle sale da gioco.
Il
tema della droga è antico quanto angosciante. La stima del mercato delle droghe
in Italia fatta da Transcrime si aggira intorno ad un range di spesa in sostanze stupefacenti di 4,5 – 10,9 mld € di
spesa, mentre l'Istat valuta la somma complessiva in 12,7 mld.
Il
problema si è aggravato ulteriormente con l’arrivo nel mercato illegale di
sempre nuove sostanze psicotrope (pasticche di vario genere) - chimicamente
trattare in modo di usare elementi non sempre inseriti fra quelli illegali - che
danneggiano anche in tempi rapidi la salute dei ragazzi. La maggior parte dei decessi (per
incidenti, omicidi o suicidi) tra i giovani di età compresa tra 15 e 24 anni è
causata dall'abuso di alcol, di fumo o di droghe. L'uso di queste sostanze
influisce anche su reati di natura violenta. Quasi un adolescente su due, il
42% di ragazzi tra i 14 e i 19 anni, ha già fatto uso di droghe, L'età in cui
ci si fa la prima "canna" si abbassa costantemente, infatti il 12%
dei casi è di 14 anni.
Tra i ragazzi, dunque, di droga ne gira parecchia, ragazzini che vanno a scuola, che incontriamo per strada, i meno sospettabili.
Tra i ragazzi, dunque, di droga ne gira parecchia, ragazzini che vanno a scuola, che incontriamo per strada, i meno sospettabili.
Certamente
vi sono luoghi dove v’è un uso “abituale” di droghe, come le discoteca, che in
qualche modo facilitano il contrasto, la prevenzione e la repressione, ma anche
qui internet ha facilitato il mercato, ingigantendolo. Al pari della ludopatia,
il rafforzamento del controllo del cyber-spazio
è fondamentale per un effettivo contrasto alle condotte penalmente illecite
legate droghe, non scordandoci che sono le organizzazioni criminali, non solo
nazionali, ma anche straniere ed internazionali, a farla da padrone in questo
campo e, pertanto, soltanto una stabile collaborazione fra magistratura e forze
di polizia in sede sovranazionale può portare autentici frutti.
Il
Parlamento lo scorso luglio ha iniziato a discutere su una proposta di legge
sulla c.d. legalizzazione, che non
prevede una liberalizzazione totale, ma fissa un limite massimo consentito di
quantità di marijuana acquistabile (cinque grammi); è permesso,
altresì, a determinate condizioni, la coltivazione della cannabis in forma
individuale (per un massimo di cinque piantine a persona, solo per i
maggiorenni) o associata, oltre l’introduzione di un monopolio di Stato,
consentendo così la vendita al dettaglio della cannabis similmente al tabacco; non
sarebbe più punibile la cessione gratuita a terzi di piccoli quantitativi di
cannabis per consumo personale, pur restando vietata la pubblicità diretta o
indiretta.
L’alcol è fra le sostanze legali più insidiose
in quanto, a differenza della droga, è culturalmente “accettato” e “ammesso”
dalla Comunità nazionale: la riprovazione sociale che v’è per la droga non
sussiste per il vino, la birra ed i superalcolici, il cui abuso comporta
conseguenze fisiche, psicologiche, comportamentali, sociali e criminali eguali
a quelle cagionate dall’uso di stupefacenti. A tale proposito L'Organizzazione Mondiale della Sanità classifica l'alcol fra le
droghe: l’alcol è una droga giuridicamente legale ma parimenti molto tossica
per la cellula epatica, nonché causa di dipendenza psico-fisica. Secondo l'OMS
in Europa si ha il più elevato consumo alcolico al mondo. Il consumo per
abitante è il doppio rispetto alla media mondiale. L'alcol è il terzo fattore
di rischio per i decessi e per le invalidità in Europa e il principale fattore
di rischio per la salute dei giovani.
Il problema si è sensibilmente incrementato
presso i giovani ed i giovanissimi con il sopraggiungere nei negozi di bevande
che uniscono al sapore di frutta presenza alcolica non indifferente, ancora più
dannose e subdole proprio perché gli effetti sull’encefalo (che, insieme al
fegato, è l’organo umano più “demolito” dall’uso di alcool) sono diradati nel
tempo e possono insorgere al momento della guida. I dati parlano chiaro: la popolazione più a rischio per “il bicchiere
di troppo” è quella giovanile fra i 18 ed i 24 anni, il 21% maschi ed il 7,6%
femmine.
La legge n. 41 del 23 marzo 2016 ha
affrontato penalmente il problema della guida sotto effetto di droghe o alcol,
introducendo i reati di omicidio
stradale e di lesione personale
stradale per guida in stato di ebbrezza.
Ovviamente il diritto penale e il diritto in genere, i giudici e la
polizia, rappresentano tessere,
importanti, necessari, di cui non si può fare assolutamente a meno, ma sempre
singole tessere di un vastissimo ed intricatissimo puzzle: molto può e deve fare
l’Istituzione scolastica, l’associazionismo culturale, religioso e sportivo, le
stesse scuole guida e, prima di tutto, la famiglia.
Fabrizio Giulimondi
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