Vi
stanno per mandare in zona bianca. Vi stanno per togliere le regole. Dopo,
pare, toglieranno anche l’uso delle mascherine all’aperto. Vedo già i volti
tesi, se non disperati, di alcuni. Alcuni pochi? No, credo alcuni molti. Molti
vivono da tempo – facendo finta di esserne adirati, essendone, invece, ben
contenti – ristretti da regole assurde, cui hanno aderito con sollecitudine,
sino alla delazione di coloro che osavano ancora credere nella libertà (che
impudicizia! Credere nella libertà!).
Ora
come farete?
Eh!
Come farete?
Come
farete a vivere senza regole? Nessuno vi dirà quante persone potete ospitare in
casa. Come farete? Andare in giro senza indossare la mascherina? Come farete a
mostrare il vostro volto come esseri umani liberi? Come? Ne sarete ancora capaci o rimarrete, nella
vostra cupa stoltezza, rassicurati dalla vostra prigione facciale, dal vostro
chador sanitario? Come farete a stare vicino a persone senza contare i
centimetri che vi separano? Ma come farete ad uscire la sera (ma uscirete?)
senza che qualcuno vi dica – come quando avevate 15 anni – a che ora rientrare?
Come
farete? Orsù! abbiate la compiacenza di dirmi, miei adorati stolti immaginari,
come farete a vivere così, senza che nessuna autorità governativa vi dica come
vivere. Vivere senza il “come vivere”: ne sarete capaci?
Dai
ammettetelo: in cuor vostro sperate in un altro lockdown! A tanti poveretti il
lockdown ha fornito certezze granitiche. Vi dicevano come, quando e per
quanto tempo potevate pisciare e voi rispondevate: “Grazie di dirci come dobbiamo
pisciare, ci state salvando da IT, voi sì che ci amate!”. Anche il tiranno
orwelliano amava il servo che non sapeva quanto fosse servo. Ed ora, questi
pazzi, questi scriteriati, dopo che vi hanno fatto vivere ben più di un anno in
una ovattata, confortante paura, prendono e vi liberano, così, senza riguardi,
senza un poco di pietà. Andare in giro facendo quello che volete senza regole:
è intollerabile! La libertà è roba da irresponsabili! Le regole
vi hanno reso sereni, schiavi, ma sereni. Non possono togliervele così, senza
una consultazione fra i tanti terrorizzati che popolano l’Italia. D’altronde le
dittature servono esattamente a questo: rendere le persone libere da quel
fardello inutile quanto fastidioso che ci crea tanti problemi. Voi starete
pensando alla libertà. No, miei cari stolti, alludo al Pensiero.
Nel
film “Il giorno della civetta” l’Umanità è suddivisa in “uomini, mezz'uomini, ominicchi, ruffiani e quaquaraquà”. Gli uomini
di ieri ci hanno dato la libertà, i quaquaraquà di oggi una illusoria sicurezza
di salute, mentre domani, vaccino o no vaccino, l’Ossuta ci attende, lo stesso,
a braccia aperte.
Cari
stolti, continuate a non pesare, campate meglio.
Un
abbraccio.
Fabrizio Giulimondi