“Lacci” di Daniele Lucchetti, con un cast di eccezione (Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno), è un film profondamente introspettivo, psicologico, intimo, che scava impietosamente dentro le relazioni affettive, sentimentali, di coppia.
La
verità e la trasparenza sono valori anche quando destrutturano un matrimonio e
scarnificano l’anima del coniuge tradito?
Rimanere
insieme per il gusto di mestare sull’accaduto, oramai passato, oramai remoto,
per una vita intera e devastare l’esistenza dell’autore del misfatto, che non
ha mai dimenticato l’amore per la propria amata amante.
Il
tempo non riduce ma amplifica ciò che non è potuto essere: il sentimento è
potenziato dal ricordo, dal fallimento, dalla rinuncia, dal rimpianto, dalla
malinconia. Il ricordo copre e cancella ciò che non andava per esaltare solo
ciò che era bello. Il dimenticabile diviene indimenticabile.
Una
pellicola sulla crudeltà di recondite dinamiche fra marito e moglie, sulla
debolezza di carattere del fedifrago e la folle reazione del tradito che tutti
coinvolge e tutto distrugge, e autodistrugge.
Dialoghi
incisivi e ottimamente ritmati e un recitativo di stampo teatrale in cui le
immagini non si concentrano mai sull’individuo ma sulla coppia, nella quale l’individuo
esiste in risposta all’altro.
In “Lacci”, metaforici e fisici, l’interpretazione
vocale, espressiva, mimica e corporea domina piacevolmente sullo spettatore.
Fabrizio Giulimondi
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