lunedì 27 novembre 2017

"THE PLACE" DI PAOLO GENOVESE

The Place” di Paolo Genovese (il regista di "Perfetti sconosciuti", vincitore del Premio David di Donatello 2016), con una spremuta di attorialità italica di primo livello, è un film estremamente affascinante, suggestivo e misterioso - che potrebbe aspirare a  fare il bis nel 2018 –  sul libero arbitrio, la Coscienza, il Bene e il Male, la capacità di discernimento di ogni essere umano, la sempre maggiore e compulsiva primazia dei desideri sull’etica, sul rispetto dell’altro essere umano, la sua integrità fisica e morale, la sua vita.
Un mimicamente impareggiabile Valerio Mastandrea incarna un personaggio che “vive” in un bar-ristorante chiamato “The Place” e, che si intrattiene dalla mattina alla sera con una variegata Umanità da cui riceve ogni sorta di richiesta; ad ognuna di queste l’oscuro “sensale” propone in cambio il compimento di un atto, generalmente malvagio. Sarà più forte l’impulso alla soddisfazione delle proprie necessità o il limite non oltrepassabile del bene altrui e di non porre in essere atti cattivi?
Sabrina Ferilli ricopre le vesti della proprietaria del locale, signora curiosa, osservatrice ma apparentemente inconsapevole di ciò che avviene nel suo “The Place”.
Gli altre straordinarie attrici e valenti attori (Marco Giallini, Alessandro Borghi, Silvio muccino, Alba Rohwacher, Vittoria Puccini, Silvia D’Amico, Rocco Papaleo, Giulia Lazzarini, Vinicio Marchioni)  rappresentano la pulviscolare e crepuscolare “Umanitas” in cerca di una perenne soddisfazione fisica, materiale, psicologica o morale, dimentica dei bisogni e delle necessità degli altri, priva anche delle più elementari regole di convivenza civile, in cui bombe, stupri, rapine, pestaggi, falsità e assassini di bambini costituiscono soltanto  una modalità di raggiungimento dei propri scopi.
E’ un film sulle buone intenzioni di cui è lastricata la strada per l’Inferno e sui “particolari” (Il diavolo è in essi, vero?)
La domanda a cui dovrete rispondere una volta vista la pellicola è la seguente: chi interpreta Mastandrea? E chi la Ferilli?


Fabrizio Giulimondi



venerdì 24 novembre 2017

FABRIZIO GIULIMONDI: "GIORNATA SULLA VIOLENZA ALLE DONNE, FRA DIRITTO E CULTURA O, MEGLIO, FRA CULTURA E DIRITTO"



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VIOLENZA ALLE DONNE
(violenza  psicologica, fisica e sessuale; atti persecutori  - stalking - ; stupro; “femminicidio”  → discriminate in base al sesso).

DATI

1)   Non esiste definizione comunemente accettata di “femminicidio”, ma a differenza di “omicidio” si presuppone l’esistenza di una relazione autore/vittima: ISTAT.
A. 149 omicidi di donne nel 2016, quasi 3 su 4 sono stati commessi nell’ambito familiare: 59 donne sono state uccise dal partner, 17 da un ex partner e altre 33 da un parente.
B.  Nel 2016, i maschi vittime di omicidio sono 251 e tra questi 15,9% sono stati uccisi nell’ambito delle relazioni familiari.
3)   PAURA DI DENUNCIARE: Scarto sensibile fra il numero di intervistate che riferiscono di essere state vittime di aggressioni, minacce e violenze sessuali e il numero di coloro che dichiarano di avere denunciato i fatti alle Autorità competenti (ISTAT)

QUALI SONO LE AZIONI

1)   Prevenire il fenomeno della violenza contro le donne attraverso l'informazione e la sensibilizzazione della collettivita', rafforzando la consapevolezza sul processo di eliminazione della violenza contro le donne e sulla soluzione dei conflitti nei rapporti interpersonali;
2)    sensibilizzare gli operatori dei settori dei media per la realizzazione di una comunicazione e informazione, anche commerciale, rispettosa della rappresentazione di genere e, in particolare, della figura femminile anche attraverso l'adozione di codici di autoregolamentazione da parte degli operatori medesimi;
3)    promuovere un'adeguata formazione del personale della scuola alla relazione e contro la violenza e la discriminazione di genere e promuovere, nella programmazione didattica curricolare ed extracurricolare delle scuole di ogni ordine e grado, la sensibilizzazione, l'informazione e la formazione degli studenti al fine di prevenire la violenza nei confronti delle donne e la discriminazione di genere, anche attraverso un'adeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo;
4)      potenziare le forme di assistenza e di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli attraverso modalità omogenee di rafforzamento della rete dei servizi territoriali, dei centri antiviolenza e dei servizi di assistenza alle donne vittime di violenza;


COME SI COMBATTE

LA LOTTA ALLA VIOLENZA ALLE DONNE PARTE DALLO SVILUPPO DELLA CULTURA, VOLTA AL RISPETTO DELLA DIGNITA’ DELLA DONNA, COME PERSONA

E’ importante che anche gli uomini scendano in campo per contrastare la violenza sulle donne.


GLI STRUMENTI CI SONO MA SERVE INFORMAZIONE: A partire dal recepimento delle Convenzioni di Lanzarote e Istanbul abbiamo ormai norme efficaci e innovative, ma affinché si radichino nella coscienza di ciascuno di noi c' è necessità di un’articolata azione informativa ed educativa, in sinergia con i responsabili dei vari settori. TUTTO OGGI SI CONCENTRA SUL RUOLO DELLA PREVENZIONE.

Occorre un’azione collettiva che faccia leva sull’interdisciplinarietà (istruzione, giustizia, interno, salute, politiche sociali, pari opportunità'), dando piena attuazione al piano antiviolenza (LUGLIO 2015) e predisponendo anche 'protocolli operativi di azione e di difesa preventiva' per la tutela delle vittime di atti violenti.

Molto importante è il sostegno alle politiche educative che a partire dalle scuole consentano ai bambini la PARI DIGNITÀ DI UOMINI E DONNE nella società civile e nel mondo del lavoro, riequilibrando i modelli e gli STEREOTIPI culturali tradizionali, anche nell’ottica del rispetto delle nuove forme di affettività. Occorre imparare e trasmettere il senso di una nuova “educazione alle emozioni che aiuti bambini e ragazzi a riconoscere ed esprimere le proprie emozioni per migliorare la capacità di gestire e comunicare le emozioni stesse.
 Questi nuovi modelli educativi e le azioni preventive, a mio avviso, saranno un’importante controspinta alla violenza alle donne.

Rete di contatti tra MAGISTRATURA, FORZE DELL’ORDINE, OPERATORI SANITARI, ISTITUZIONI E VOLONTARIATO
        Esempio: previsione di un obbligo, in capo alle istituzioni pubbliche che ricevono segnalazioni di reati di stalking o maltrattamenti, di fornire alle vittime tutte le informazioni sui centri anti-violenza del territorio .

IL PRIMO PASSO NORMATIVO

Presa di coscienza da parte del legislatore della violenza alle donne come fenomeno collettivo, eccedente la mera sfera individuale delle vittima e idoneo, come tale, a costituire una valida minaccia ad un corretto sviluppo della società democratica.

CONVENZIONE DEL CONSIGLIO DI EUROPA, 11 maggio 2011 (di ISTANBUL), per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica, recepita con decreto legge n. 93 del 2013, convertita con legge n. 119 del 2013.

1.     recepisce a livello nazionale la definizione di violenza domestica che riflette tendenze e principi già affermatisi in ambito internazionale: tale forma di violenza è riferibile “a uno o più atti, gravi ovvero non episodici, di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra persone legate, attualmente o in passato, da un vincolo di matrimonio o da una relazione affettiva, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima”.
2.  con l’espressione “violenza nei confronti delle donne” si intende designare una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata (Art. 3).
3.       prevede l’esistenza di un gruppo di controllo, il Grevio, che ha il compito di vigilare e valutare, attraverso rapporti periodici forniti dagli Stati, le misure adottate in modo da garantire politiche integrate in grado di far dialogare tra loro i vari settori coinvolti. In Italia è necessario garantire alla vittima un coordinamento tra servizi territoriali, centri antiviolenza e assistenza sanitaria, per valorizzare l’identità e l’autonomia delle donne e promuovere campagna di sensibilizzazione e formazione a vari livelli (l'educazione al rispetto è irrinunciabile per instaurare un'autentica cultura di reciprocità). Tale garanzia deve essere assicurata dalle Prefetture in forza di Protocolli di Intesa (già da esse promossi e stipulati o ancora da promuovere) fra gli enti competenti, interessati e coinvolti. Le Prefettura nell’ambito territoriale di propria competenza debbono svolgere un ruolo di direzione e raccordo. LE BEST PRACTICE SONO FONDAMENTALI PER PRENDERE AD ESEMPIO E REDIGERE I MIGLIORI PROTOCOLLI D’ INTESA E ATTUARE I MIGLIORI CODICI ROSA (di cui si parlerà dopo)

3.  IN SEDE DI RECEPIMENTO DELLA CONVENZIONE SI RAFFORZA LA TUTELA DELLA VITTIMA FUORI E DENTRO IL PROCESSO (decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito in legge 15 ottobre 2013, n. 119, recante: “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonche' in tema di protezione civile e di commissariamento delle province”
1.    si prevede la possibilità di applicare la misura cautelare coercitiva dell’allontanamento dalla casa familiare anche al di fuori dei limiti previsti dall’art. 280 c.p.p. (ossia solo quando si proceda per delitti per i quali sia prevista la pena dell’ergastolo o della reclusione superiore nel massimo a tre anni) (cfr. art. 282 bis, ult. co. c.p.p.);
2.    si sancisce l’arresto obbligatorio nei confronti di colui che sia colto nell’atto di commettere i reati di maltrattamenti e di stalking (art. 380, comma 2, lett. l ter, c.p.p.);
3.    avverso quei soggetti che siano colti in flagranza di gravi reati è consentita l’applicazione della misura pre-cautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare con il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (art. 384 bis c.p.). Tra l’altro, i destinatari del suddetto provvedimento potranno essere controllati attraverso il braccialetto elettronico o altri dispositivi elettronici;
4.    nel caso di atti persecutori, è possibile disporre dello strumento delle intercettazioni telefoniche (art. 266, comma 1, lett. f quater, c.p.p.);
5.    si amplia l’accesso al patrocinio gratuito per le donne che abbiano subito atti persecutori, maltrattamenti o mutilazioni genitali (prima limitato ai soli reati di violenza sessuale, pedofilia, pedopornografia e tratta di esseri umani).


Ulteriori profili di novità:
-     si introduce l’irrevocabilità della querela per il delitto di stalking, sia pure limitatamente ai casi più gravi (art. 612 bis, ult. co., c.p.);
-     si inasprisce il trattamento sanzionatorio per gli autori di violenze attraverso l’introduzione di nuove aggravanti. tra cui il formale riconoscimento, sotto il profilo giuridico, alla c.d. violenza assistita, riscontrabile tutte le volte in cui la violenza a danno di familiari sia realizzata in presenza di minori, costretti ad assistervi;
-     viene estesa anche alla c.d. violenza domestica la misura preventiva, già contemplata per lo stalking, dell’ammonimento del questore, cui può aggiungersi la sospensione della patente da parte del prefetto. Il questore è, poi, tenuto ad informare l’ammonito sull’esistenza di centri di recupero e di servizi sociali disponibili sul territorio e a garantire la segretezza delle generalità della vittima (art. 3, d.l. n. 93/2013, conv. in l. n. 119/2013).


  
RECEPIMENTO DIRETTIVE
TUTELA AL PASSO CON EUROPA

d. Lgs. n. 24 del 4 marzo 2014: recepimento della direttiva 2011/36/UE relativa alla prevenzione e repressione della tratta esseri umani e protezione vittime.
Art. 1: ampliamento della definizione di vulnerabilità sulla base di una valutazione individuale della vittima in cui rientrano minori (anche stranieri non accompagnati), anziani, disabili, donne (in particolare se in gravidanza), genitori singoli con figli minori, persone con disturbi psichici, persone che hanno subito gravi forme di violenza fisica e psicologica.


d. lgs. n. 212 del 2015: recepimento della direttiva 2012/29/UE che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato.
La novità sta nel potenziamento delle garanzie processuali delle persone offese di pari passo con la definizione di vulnerabilità della vittima in base alle sue condizioni soggettive (non solo età e sesso ma anche la condizione di dipendenza affettiva dall'autore del reato o la difficoltà con la lingua italiana) ed alle modalità del fatto (violenza, odio razziale o tratta degli esseri umani).

Quanto prima interviene l'accertamento della condizione di debolezza e di difficoltà della vittima tanto più efficaci saranno le misure di tutela da adottare: ciò consente la libertà di espressione della vittima nel processo e una prevenzione ancor più incisiva nei confronti delle situazioni di vittimizzazione c.d. secondaria.

Conseguenze:
-prendere parte al processo senza dover scontare le conseguenze negative derivabili da una sua testimonianza.
-modifica dunque la disciplina dell’incidente probatorio e della prova testimoniale attraverso modalità protette, disponendo l’applicazione delle specifiche tutele ivi previste in tutti casi in cui si proceda all’esame di una vittima vulnerabile.


LEGGE EUROPEA n. 122 del 7.7.2016
ISTITUZIONE DEL FONDO VITTIME REATI INTENZIONALI VIOLENTI

Siamo giunti al termine del percorso per dare piena attuazione alla direttiva comunitaria 2004/80/CE del 29 aprile 2004 con l’obiettivo di garantire una tutela indennitaria effettiva a favore delle vittime di tutti i reati intenzionali violenti.
Anche se nel nostro ordinamento non mancano gli strumenti di tutela è giunto il momento di un intervento “di chiusura” per superare il carattere frammentario della legislazione vigente, che prevede singole forme di ristoro per le vittime di particolari reati (di mafia e terrorismo, criminalità organizzata, estorsione e usura)

Il diritto all’indennizzo spetterà – in assenza di disposizioni più favorevoli – alle vittime di reati dolosi commessi con violenza alla persona (incluse le percosse e le lesioni personali se in forma aggravata) e del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (caporalato).

All’erogazione dell’indennizzo a favore delle vittime dei reati intenzionali violenti sarà infatti destinato il Fondo di rotazione adesso unificato a quello di solidarietà alle vittime dei rati di tipo mafioso, delle richieste estorsive ed usura che ferma restando l’attuale dotazione sarà alimentato, a partire dal 2016, dall’ulteriore contributo di 2.600.000 euro annui.

D. Lgs. n. 80 del 15 giugno 2015 (c.d. Jobs Act) recante il c.d. congedo retribuito per le donne vittime di violenza alle donne per un periodo massimo di tre mesi. Per le lavoratrici inserite in percorsi di protezione relativi alla violenza alle donne, sia dipendenti (pubbliche e private) sia collaboratrici a progetto, il diritto di astenersi dal lavoro per un periodo massimo di tre mesi, senza perdere lo stipendio e continuando a maturare i contributi, come avviene per le dipendenti in maternità.

Legge di stabilità 2016 continua percorso in termini di prevenzione istituendo, nelle aziende sanitarie e ospedaliere, un percorso di protezione denominato « Percorso di tutela delle vittime di violenza”, finalizzato a tutelare le persone vulnerabili vittime della altrui violenza, con particolare riferimento alle vittime di violenza sessuale, maltrattamenti o atti persecutori (stalking).
        CODICE ROSA: Interventi di accoglienza presso le strutture sanitarie e attivazione dei percorsi opportuni di uscita dalla violenza. CRITICITA’: non tutte le strutture l’hanno istituito e ove sussistono v’è una notevole eterogeneità di applicazione sul territorio nazionale.
ATTENZIONE: le strutture ospedaliere e, in particolare modo, dei “Pronto Soccorso”, non dialogano informaticamente fra di loro e, di conseguenza, se una donna si presenta in più ospedali della stessa o di altra città dopo aver subito violenze fisiche, il sistema nazionale non rileva affatto la pluralità e sistematicità delle condotte criminose e, di conseguenza, reati al pari dei  “maltrattamenti in famiglia” ex art. 572 c.p. (reato abituale, che implica la reiterazione cadenzata nel tempo di singole azioni o omissioni penalmente e non penalmente apprezzabili), non “scattano” per assenza di collegamento fra i molteplici comportamenti delittuosi che, pertanto, rimangono “formalmente” singoli ed episodici e, pertanto, non punibili o punibili meno gravemente.

Legge di stabilità 2017: prevede nuovi fonti di alimentazione per indennizzo a favore delle vittime nel senso che i proventi delle sanzioni pecuniarie civili (quelle da depenalizzazione) non andranno più alla Cassa delle Ammende ma al Fondo. 

Legge di bilancio 2018: in corso di esame nell'Aula del Senato.

Disegno di legge – già approvato alla Camera ed attualmente all’esame del Senato – volto ad introdurre disposizioni in favore degli orfani (c.d. doppiamente orfani) per crimini domestici, in cui si prevede, tra l’altro, la modifica dell’art. 577 c.p. in relazione alle aggravanti del reato di omicidio, con la previsione della pena dell’ergastolo ove commesso in danno del coniuge o della persona comunque legata al reo da relazione affettiva.

Dall’analisi appena condotta emerge come il nostro sistema penale e processuale abbia raggiunto un elevato grado di conformità agli standard europei nell’azione di contrasto al fenomeno della violenza alle donne e contempli un ventaglio di misure repressive e di tutela delle vittime, nel processo, assolutamente adeguato.

IL PRIMO PASSO NORMATIVO

IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA ha sottoscritto ACCORDO con l’Associazione RETE DAFNE Onlus nel mese di settembre, finalizzato alla mappatura dei servizi di assistenza alle vittime esistenti sul territorio nazionale. Il Protocollo nasce dalla volontà di dare piena attuazione nell’ordinamento interno alla normativa europea in tema di assistenza alle vittime di reato e, in particolare, alla citata Direttiva UE/29/2012, che prevede, tra l’altro, che gli Stati membri istituiscano un servizio nazionale di assistenza alle vittime di reato. L’operatività del Protocollo consentirà al Ministero di disporre di un quadro compiuto ed esaustivo non solo della rete dei servizi di assistenza presenti sul territorio, ma anche delle migliori prassi esistenti, così da poterne promuovere la diffusione ed assicurare alle vittime di reato, e della violenza alle donne in particolare, livelli di assistenza adeguati, uniformi e all’altezza degli standard europei.

IL MINISTERO DELLA SALUTE ha collaborato alla definizione delle Linee guida nazionali per l’istituzione, in tutti i presidi di pronto Soccorso delle aziende sanitarie e ospedaliere, di un percorso di protezione a tutela delle persone vittime dell’altrui violenza, con particolare riferimento alle vittime di violenza sessuale, maltrattamenti o atti persecutori, denominato “Percorso di tutela delle vittime di violenza”.


Il carattere sempre più violento della pornografia online, soprattutto quella mainstream, secondo molti studi contribuisce alla creazione di un’idea di normalità nei confronti dei rapporti di coppia violenti, soprattutto tra i più giovani. La transnazionalità del web permette a case pornografiche di “esonerarsi” dal rispetto di norme per tutelare attrici di film pedopornografici semplicemente scegliendo di girare i film in Paesi dove le tutele sono minori oppure non esistono.


POSSIBILI PASSI SUCCESSIVI


1. CIRCOSCRIVERE ACCESSO AI RITI ALTERNATIVI per crimini a sfondo sessuale:

·       patteggiamento già escluso per prostituzione minorile, turismo minorile, pornografia minorile, violenza sessuale.

·       abbreviato: ddl AC 4376 all’esame presso la Commissione giustizia della Camera del deputati esclude abbreviato per varie forme di omicidio tra cui quello aggravato perché commesso nelle condizioni di cui all'art. 612 bis (atti persecutori commessi da chi è legato da relazioni affettive con la persona offesa).

2.    RIDURRE DURATA PROCESSI VIOLENZA.
3.    ALLUNGARE TEMPI PRESCRIZIONE REATI DI VIOLENZA ALLE DONNE E A SFONDO SESSUALE

4.    CIRCOSCRIVERE ACCESSO AL RICORSO IN APPELLO
5.    RAFFORZARE PREVENZIONE SENSIBILIZZAZIONE EDUCAZIONE



Come diceva Martin Luther King
“La tenebra non può scacciare la tenebra: solo la luce può farlo. L’odio non può scacciare l’odio: solo l’amore può farlo. L’odio moltiplica l’odio, la violenza moltiplica la violenza, la durezza moltiplica la durezza, in una spirale discendente di distruzione”





Fabrizio Giulimondi

lunedì 20 novembre 2017

"OGNI TUO RESPIRO" DI ANDY SERKIS


Ogni tuo respiro” di Andy Serkis, che vede la straordinaria recitazione mimica di Andrew Garfield (il secondo Spider Man) e la particolare espressione corporea nello stesso tempo emozionale e ingessata della bella e suggestiva di Claire Foy, racconta l’esistenza autenticamente vissuta da Robin Cavendish, il cui figlio Jonathan è il produttore della pellicola. “Ogni tuo respiro” è un film sulla vita, la sofferenza, il dolore, la malattia, il coraggio, la pervicacia. “Ogni tuo respiro” è un film su come un amore autentico possa allontanare un desiderio di morte. “Ogni tuo respiro” è un film che riesce a trattare tutto questo con sobrietà, direi con un tratto di leggerezza: Andy Serkis tratta un tema estremante drammatico in modo estremamente non drammatico, sornionamente british con retrogusto afro-spagnolo.
Le domande che invito tutti a porsi al termine della proiezione sono le seguenti: qualora il protagonista fosse stato accontentato nei suoi propositi eutanasici avrebbe inventato la carrozzina dotata dell’attrezzatura per respirare di cui decine di migliaia di malati di poliomielite avrebbero poi goduto? Avrebbe avuto Robin Cavendish la gioia di veder crescere il figlio e di condividere il proprio quotidiano con la moglie e quegli amici che tanto adorava e da cui era tanto adorato? La ricerca scientifica avrebbe proseguito nella sua impegnativa e “costosa” battaglia per trovare quel vaccino che avrebbe debellato il virus della polio?
A Voi l’ardua sentenza!

Fabrizio Giulimondi


domenica 19 novembre 2017

"TRAMONTI. UN MONDO FINISCE E UN ALTRO NON INIZIA" DI MARCELLO VENEZIANI



L’ultima opera di Marcello Veneziani “Tramonti.Un mondo finisce e un altro non inizia(Giubilei Regnani) deve essere letta. Punto. Anzi, deve essere studiata. Andrebbe inserita fra i libri di testo nei corsi liceali e universitari di filosofia e politologia. È un libro sulla Umanità, per l’Umanità e aperto all’ Umanità.
È una lunga, attenta, colta ed ironica disamina che va dal comunismo al politicamente corretto al globaritarismo, passando per il permanente disprezzo etnico ed antropologico per tutti coloro che non si assiepano intorno ai nuovi dogmi, destinatari di un razzismo etico con i suoi sacerdoti, le sue vestali, i suoi peccati laici e le sue sanzioni, sino alla emarginazione e alla morte civile.
Nel politicamente corretto la realtà dei fatti non conta più, contano le parole usate. Fallita la rivoluzione che avrebbe capovolto la realtà, non resta che rovesciare il lessico, capovolgere il senso delle parole o sostituire una parola con un’altra”.
È un lavoro che turba e una volta finito di leggere lascia un senso di agitazione. Non è facile, direi piuttosto che è molto raro, abbinare genio linguistico e coraggiosa profondità di idee, che scavano dentro e che non permettono più al vuoto lessicale e ideale di dominare incontrastato: il “nientismo” si vede aggredito e sente di perdere posizioni e recalcitrante si agita convulsamente dentro il beato assopimento dell’animo.
Da una parte v’è la neo-lingua che riduce ad unitatem il sistema, destrutturando arbitrariamente idee, concetti, pensieri e la dimensione esterna da essi richiamata, senza sostituir loro con altro costrutto. Non è una destrutturazione cubista, astrattista, surrealista o simbolista che sostituisce l’idea di una cosa alla cosa stessa, ma un programmatico annientamento della realtà con nulla sostituita; dall’altra vi sono neologismi che, rafforzati dalla bellezza estetica stilistica, evocano pensieri dirompenti, verità che giungono fisicamente nell’intelletto permeandolo di un denso strato di meditazione che difficilmente lascia il lettore una volta chiuso il libro. I neologismi di Veneziani danno corpo a concetti metafisici che avrebbero bisogno di una dissertazione a parte: la disintegrazione neolinguistica da una parte e la configurazione di una visione della vita e del mondo accennata e, talvolta, invocata, dall’altra. Plessi di vocaboli anche teatralmente in contrasto fra di loro che, uniti alla sonorità, inducono il lettore a riflessioni – forse mai prima congeniate o semplicemente sopite -  a cui non si era ancora accostato.   
Ci si sente protetti, rassicurati, rincuorati dalla neo - lingua perché edulcora la realtà, la rende più approcciabile, più gestibile, più tranquillizzante. Il politicamente corretto rasserena deresponsabilizzando. Le parole che rispecchiano il vero mondo è obbligatorio porle in soffitta. La realtà è urticante e pungente e per questo meglio prima dileggiarla per poi accantonarla. L’imperativo categorico kantiano riveduto e corretto richiede l’archiviazione nottetempo in cantina di parole non più rispondenti ad una dimensione certamente inesistente, ma che ha parimenti il compito di sostituirsi a ciò che è autentico; in seguito, con calma, si provvederà a gettare tutto nella pattumiera: “Il politacally correct, il gergo della finzione che copre la verità per tutelare alcune categorie, espelle parole vere ma crude, inserisce parole cotte ma false. Il rococò del parlar falso si spinge fino a considerare reati alcune opinioni ‘scorrette’ ”.
La nuova epifania è la teologia dell’”oggi”, l’ideologia della “egolatria”, dove il passato è un ridicolo quanto fastidioso fardello da rimuovere, mentre il futuro una mera propaggine dell’oggi da vivere con il medesimo senso di vacuità, una vacuità che della assenza di confini si nutre e si rafforza. I confini sono gli argini metaforici, spirituali e fisici ad un “Io” paralizzato in un perenne presente, nel quale il futuro è ristretto in un “Oggi” satollo di una illimitata espansione dell’”Io”. L’”Io” vive dei propri desideri coattivamente trasformati in imperiosi diritti. Desideri-diritti che non appagano ma compulsano l’ ”Io” (un Dio senza D) in direzione di un futuro privo di orizzonti e di prospettive, in quanto l’unico orizzonte, l’unica prospettiva è l’ulteriore allargamento della propria circonferenza di desideri da vivere in modo solistico, senza le radici del passato e privo dai legami con il domani.  Il presente in sé assorbe il futuro dopo aver tacitato un ingombrante passato.
La composizione chimica del concime di questa inesistente realtà è fatta di buonismo senza bontà, altruismo senza prossimità, pacifismo senza pace, religione senza Dio e senza senso del Sacro.
L’azione di perimetrazione è di ostacolo alla egolatria, perché siffatta opera inserirebbe l’individuo nelle sue multiformi esplicazioni - la famiglia, la comunità, la società, lo Stato - rendendolo responsabile, non più “agito”, ma “agente”
Il nuovo “Pensiero Dominante sena confini, delocalizzato e destrutturato” vive di “rarefazione delle intelligenze…tra nemici di fuori, ignoranza di dentro e il nulla che tutto pervade”.
Non solo. Si ha necessità di una nuova Natura in quanto essa impone intollerabili limiti da valicare a tutti i costi. E allora si provveda alla delocalizzazione di se stessi e da se stessi, si pervenga ad un “trans-uomo”, si separi l’eros dalla procreazione, per approdare finalmente al nietzschiano “Oltre - Uomo”: dall’utopia collettiva all’utopia individuale.
Le idee sono di ingombro al pari dell’essere che non è altro che un incessante divenire senza meta: “I mezzi sopraffanno gli scopi, le cose vincono sule persone. Si perde l’unità della persona, il suo significato e il suo valore. Vivere senza idee significa godere nel dettaglio e patire nell’insieme: vivere istanti pieni in giornate vuote. Ricchi di attimi. Poveri di vita”.
Il presente, però, è già gravido dell’ “Avvenire”, e l’Autore  ne prova già una grande attesa…e nostalgia: “La formula conclusiva…è nostalgia dell’avvenire. Espressione compiuta perché indica la circolarità del tempo, la necessità di congiungere la memoria del passato all’attesa del futuro e di restituire alla continuità tra le generazioni il senso più vivo di una tradizione che viene da lontano e si sporge nel futuro.”.
E che la lettura abbia inizio.
Fabrizio Giulimondi