PREGI DELLA RETE
E’ una fondamentale risorsa:
1. per i basilari
diritti della democrazia, ad informare, ad essere informati e ad esprimersi
2. per
l’integrazione multiculturale
3. per
la crescita dei giovani, la maturazione e lo scambio delle opinioni e
quindi la possibilità di comunicare tempestivamente: SOCIAL
(Facebook, Forum, Twitter, Blog, Siti) e MEETUP (Luoghi non fisici presenti sul territorio ma virtuali che
permettono di incontrarsi in ogni luogo del mondo e, allo stesso tempo, di
condividere pensieri, documenti, filmati nel mondo digitale).
CRITICITA’ DELLA RETE:
1.
contenuti si arricchiscono nel
tempo con i commenti, creando un eccesso di
informazioni (le c.d. post veritààrischio fake news(bufale, falsi giornalistici o notizie falsate, non
si riesce più a distinguere il vero dal falso)
. 2. circolazione è indefinita sul piano soggettivo, spaziale
e temporale, questo
può causare gravi problemi per fenomeni quali ad esempio il cyberbullismo, in
cui l’assenza di dimensione spazio-temporale consente a chi compie atti di
bullismo di insinuarsi nella vita della sua vittima senza soluzione
di continuità, a qualsiasi ora del giorno e della notte e in qualunque luogo si
trovi.
COMUNICARE NELL’EPOCA
DEL WEB 2.0: Quali sono i rischi per i cittadini?
Eccesso di libertà, autonomia e non
consapevolezza nell’uso della reteà CYBERBULLISMO:
1. Vittime spesso adolescenti, sempre più
giovani in cui
gravano stereotipi e pregiudizi discriminatori ancora largamente presenti nella
nostra società.
Qualche
dato:
- ISTAT ragazzi dai 6 ai 10 anni dalle 5-7 ore davanti al computer, sia a casa che a scuola: tablet come momento di esercizio e di cimento tecnologico.
- ISTAT 2016: 235 casi di denuncia per diverse tipologie di reati che hanno visto come vittime di cyberbullismo molti minorenni.
- ISTAT 2017(in aumento): tra i giovanissimi e i giovani (11-17 anni) circa il 20% è vittima assidua di atti di bullismo e quasi il 10% subisce tali atti con cadenza settimanale e oltre il 57% delle vittime sono giovanissimi residenti al Nord, le ragazze inoltre sono più frequentemente vittime dei ragazzi. L’età delle vittime si sta abbassando sempre di più (1 caso su 5 vede come vittime bambini sempre più piccoli, anche di 5anni.)
2. La vittima si sente spesso isolata, ha paura di denunciare
e raccontare gli episodi subiti perché teme vendette, e manifesta il proprio disagio con sintomi fisici e psicologici (calo di
autostima, sintomi di insicurezza patologicaàcasi più
gravi suicidio, seconda causa di morte tra i giovanissimi dopo gli incidenti
stradali).
3. ll fenomeno si è
spostato sempre di più dal
piano delle relazioni reali a quelle virtuali: l'utilizzo
della rete e dei social
network per
intimorire,
molestare, aggredire con sms, whats-app (c.d. sexting), e-mail, messaggi in chat, o con la diffusione di
immagini e video minacciosi, offensivi o non rispettosi della riservatezza
della vittima.
.
Spesso
la vittima è sia chi riceve la violenza che chi la attua (il
bullo): Frequentemente
provocano, sono facilmente eccitabili, si comportano in modo da creare tensione
e irritazione nei compagni; rispetto alle vittime, sono più
attivi, hanno una maggiore fiducia in se stessi.
Quindi: Gli atteggiamenti del
bullo/cyberbullo e
della vittima in qualche modo possono essere considerati complementari:
entrambi presentano difficoltà ad entrare in
contatto con le proprie emozioni e riconoscere quelle degli
altri, incapacità di esprimere i sentimenti con le
parole ,difficoltà di fondo di
entrambi di mettersi in relazione con gli altri.
COSA SI PUO’ FARE PER TUTELARE I CITTADINI
ED EDUCARE ALLA COMUNICAZIONE?
1.
Cosa può fare la LEGGE ed il Governo:
N.B: Il web, è stato oggetto di attenzione del LEGISLATORE che ha il compito di tenerlo
lontano da ricorrenti insidie: internet,
purtroppo è uno spazio virtuale ove anche l’odio e l’aggressività razzistica e
xenofoba stanno trovando la propria pastura.
Per questo è
di importanza strategica affrontare con rigore un dibattito, anche di ordine culturale,
sociologico e giuridico, sulla presenza delle “post verità” sui social.
àREGOLAMENTO del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al rispetto
della vita privata e alla tutela dei dati personali nelle comunicazioni
elettroniche che abroga la Direttiva 2002/58/CE -
COM (2017) 10 DEF entrato ufficialmente in vigore il 24 maggio 2016 e che diventerà definitivamente applicabile
in via diretta in tutti i Paesi Ue a partire dal 25 maggio 2018.
v OBIETTIVI del Regolamento:
-
Più tutele per i cittadini,
-
semplificazioni per le imprese
-
innovazioni anche per gli enti pubblici.
·
Si basa sulla valutazione del rischio che premia i soggetti più responsabili e assicura semplificazioni
per i soggetti che offrono maggiori garanzie e promuovono sistemi di
autoregolamentazione
·
La nuova direttiva, rispetto a quella del
’96, punta a rispondere
alle sfide poste dagli sviluppi tecnologici e dai nuovi modelli di crescita economica,
tenendo conto delle esigenze di tutela dei dati personali sempre più avvertite
dai cittadini.
·
Le principali novità, dal diritto
all'oblio alla portabilità dei dati
Il nuovo Regolamento comprende una serie di novità che interessano sia i cittadini,
che le imprese, gli enti pubblici, le associazioni e i liberi
professionisti.
v Tra le principali novità della direttiva:
Il diritto all'oblio - si
potrà ottenere la cancellazione dei propri dati personali, anche on line, da parte del titolare del trattamento qualora ricorrano alcune condizioni
previste dal Regolamento:
·
se i dati sono trattati solo sulla base del consenso
·
se i dati non sono più necessari per gli scopi rispetto ai quali sono stati
raccolti
·
se i dati sono trattati illecitamente
·
se l’interessato si oppone legittimamente al loro trattamento.
v ECCEZIONI E
LIMITI:
·
per
garantire l’esercizio della libertà di espressione o il diritto alla difesa in
sede giudiziaria;
·
per
tutelare un interesse generale (ad esempio, la salute pubblica);
·
oppure quando i dati, resi anonimi, sono necessari per la
ricerca storica o per finalità statistiche o scientifiche.
IL DIRITTO ALLA “PORTABILITA’” DEI DATI
PERSONALI
·
Se finora l'uso era pressoché limitato
alle compagnie telefoniche, ora riguarda tutti i titolari di
trattamento dati, compresi i provider internet. Un
esempio, si potrà cambiare il
provider di posta elettronica senza perdere i contatti e i messaggi salvati.
Ci saranno però alcune
eccezioni che non consentono l'esercizio del diritto: in particolare,
quando si tratta di dati
contenuti in archivi di interesse pubblico, come ad esempio le anagrafi.
·
Vietato il trasferimento di dati
personali verso Paesi situati al di fuori dell’Ue - La regola vale
anche nei casi di organizzazioni internazionali che non rispondono a standard
adeguati in materia di tutela dei dati, rispetto ai quali sono previsti
criteri di valutazione più stringenti.
·
Non solo più responsabilità, anche
semplificazioni per imprese ed enti: Il
Regolamento promuove la responsabilizzazione dei titolari del trattamento e l’adozione di
approcci e politiche che tengano conto costantemente del rischio che un
determinato trattamento di dati personali può comportare per i diritti e
le libertà degli interessati.
·
In compenso, scompaiono
alcuni oneri amministrativi come l’obbligo di notificare particolari
trattamenti, oppure di sottoporre a verifica preliminare dell’Autorità i
trattamenti considerati a"rischio".
·
Responsabile della protezione dei
dati (Data Protection
Officer o DPO): E' la nuova figura introdotta dal Regolamento, che ha l'incarico di assicurare una gestione corretta dei dati
personali nelle imprese e negli enti. Sarà il referente, una sorta di presidio per la privacy in ogni
struttura amministrativa.
SUL
PIANO SPECIFICO DELLA VIOLENZA SUI MINORI
Convenzione di Lanzarote
Il
Parlamento ha approvato la legge 1 ottobre 2012, n. 172, di ratifica della Convenzione del Consiglio
d'Europa del 2007per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso
sessuale (Convenzione di Lanzarote).
·
Il provvedimento detta alcune norme di adeguamento
dell'ordinamento interno volte a modificare il codice penale (introducendo i nuovi reati di
adescamento di minorenni, anche attraverso Internet, e di istigazione e
apologia di pratiche di pedofilia e di pedopornografia), il codice di
procedura penale e l’ordinamento penitenziario.
CONVENZIONE DEL CONSIGLIO DI EUROPA, 11 maggio 2011 (di ISTANBUL), per
prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica, recepita
con decreto legge n. 93 del 2013, convertita con legge n. 119 del 2013 (GOVERNO
LETTA)
IN SEDE DI RECEPIMENTO DELLA
CONVENZIONE SI RAFFORZA LA TUTELA DELLA VITTIMA FUORI E DENTRO IL PROCESSO:
·
si prevede la possibilità di applicare la misura cautelare coercitiva
dell’allontanamento dalla casa familiare anche al di fuori dei limiti previsti
dall’art. 280 c.p.p. (ossia solo quando si proceda per delitti per i quali sia
prevista la pena dell’ergastolo o della reclusione superiore nel massimo a tre
anni) (cfr. art. 282 bis, ult. co. c.p.p.);
·
2) si sancisce l’arresto
obbligatorio nei confronti di colui che sia colto nell’atto di commettere i
reati di maltrattamenti e di stalking (art. 380, comma 2, lett. l
ter, c.p.p.);
·
3) avverso quei soggetti che siano colti in flagranza di gravi reati
(tra cui lesioni gravi, minaccia aggravata e violenze) con pericolo di
reiterazione per la vita e l’integrità della persona offesa, è consentito alla polizia
giudiziaria, dietro autorizzazione del p.m., di applicare la misura
pre-cautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare con il
divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (art.
384 bis c.p.). Tra l’altro, i destinatari del suddetto provvedimento potranno
essere controllati attraverso il braccialetto elettronico o altri dispositivi
elettronici;
·
nel caso
di atti persecutori, è possibile disporre dello strumento delle intercettazioni telefoniche (art. 266, comma
1, lett. f quater, c.p.p.);
·
si prevede l’accesso al patrocinio
gratuito per le donne che abbiano subito atti persecutori, maltrattamenti o
mutilazioni genitali (prima limitato ai soli reati di violenza
sessuale, pedofilia, pedopornografia e tratta di esseri umani) (cfr. comma 4 ter dell’art. 76 del Testo Unico delle
disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, di
cui al D.P.R. n. 115/2002);
·
si sancisce una serie di obblighi di
comunicazione, nei confronti della persona offesa, riguardanti l’istanza di
revoca o di sostituzione della misura cautelare avanzata dall’imputato (art.
299, comma 4 bis, c.p.p.), la
conclusione delle indagini preliminari (art. 415 bis, comma 1, c.p.p.), la
presentazione della richiesta di archiviazione da parte del p.m. (art. 408, comma
3 bis, c.p.p.
Questo
è tutto quello che si sta facendo per dare risposte concrete alle vittime di
violenza, sfruttamento del lavoro, intermediazioni illecita e femminicidio.
FONDO VITTIME REATI VIOLENTI
Questo Governo ha ufficialmente garantito il diritto all’indennizzo da parte dello Stato a favore delle vittime dei reati intenzionali violenti, dando piena attuazione alla direttiva comunitaria 2004/80/CE del 29 aprile 2004.
Questo Governo ha ufficialmente garantito il diritto all’indennizzo da parte dello Stato a favore delle vittime dei reati intenzionali violenti, dando piena attuazione alla direttiva comunitaria 2004/80/CE del 29 aprile 2004.
·L’effettività delle nuove
misure dipenderà ovviamente da nuove risorse che
alimenteranno un nuovo Fondo unico denominato
“Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo
mafioso, delle richieste estorsive ed usura” che ferma restando l’attuale dotazione sarà
alimentato, a partire dal 2016, (2.600.000 euro annui).
·C’è quindi necessità di un’articolata
azione informativa ed educativa, in sinergia con i
responsabili dei vari settori.
·TUTTO OGGI SI CONCENTRA SUL RUOLO DELLA PREVENZIONE che
serve ad individuare in tempo la vittima vulnerabile ad accompagnarla con
interventi efficaci.
Sulla prevenzione del cyberbullismo
L.71/2017
Verte esclusivamente sulla prevenzione del cyberbullismo comprensivo di tutte le
condotte (aggressive, diffamatorie, furto di identità, trattamento illecito di
dati personali) in danno di minori, elabora strategie
di attenzione, tutela ed educazione che
mobilitano in massa le istituzioni, la società civile, scuola, famiglie,
vittime e autori delle condotte.]
·
Non
far sentire sola la vittima, cercare di intercettare gli
atti di bullismo più o meno velati: MAGISTRATO insieme al Corpo della Polizia deve interagire, intercettare,
prevenire ed educare questi ragazzi cercando di esortarli a
DENUNCIARE e fargli comprendere che esistono delle soluzioni. E’
necessario creare una rete
di collaborazione tra i diversi attori istituzionali ( scuola,
governo, istituzioni, tavoli di lavoro, associazioni) specializzarsi e
interagire, ma soprattutto intervenire non aspettare che
arrivi la mera denuncia.
· Creare dei moduli
organizzativi e dei tavoli specifici per cercare di avere un piano comuneà
ES: CARCERI:Accordo
di collaborazione tra Ministero della Giustizia e Dipartimento per la Giustizia
minorile e di comunità
è finalizzato a realizzare sul territorio nazionale attività
di sensibilizzazione, prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e cyberbullismo e di tutte le forme
di prevaricazioni connesse ad un uso distorto del web e dei social network. (Ricerche
e studi in materia di devianza minorile, con particolare riguardo ai fenomeni
di sexting, pedopornografia, adescamento on line, cyberstalking, e cyberbullismo.)
· Chiedere più collaborazione e
responsabilità creando una rete di protezione tra i diversi operatori Social che devono tutelare i dati e i contenuti personali di un
minorenne,facilmente rintracciabili nel sistema (ES: possibilità di rivolgersi
direttamente all’operatore per togliere un contenuto dal sitoàistanza di oscuramento/blocco/rimozione al gestore del sito, o oltre le 48 ore far ricorso al Garante
per la protezione dei dati personali.
· NOVITA’
IMPORTANTE: Di pochissimi giorni è la APP “You Pol” la nuova applicazione della Polizia di Stato
creata da personale qualificato e scaricabile su tutti gli smartphone e
tablet. L’applicativo consente l’invio
di segnalazioni direttamente alle sale operative delle questure in caso di
episodi di bullismo o di spaccio di sostanze stupefacenti. È
possibile anche inviare immagini o segnalazioni alla sala operativa competente
della questura per territorio, anche se il segnalante si trova in una provincia
diversa. Si potrà denunciare alla polizia il fatto di cui si è
testimoni o notizie di cui si è appreso in forma mediata. Inoltre la app
garantisce la ‘georeferenziazione’ (localizzazione esatta) e una chiamata di
emergenza alla sala operativa.
· Portare avanti l’azione preventiva ed educativa del TAVOLO TECNICO INTERMINISTERIALE
coordinato
dal MIUR:
-
Redigendo un piano d’azione integrato che utilizza anche la
polizia postale per il controllo dei contenuti riguardanti i minori;
-
adottando un codice di co-regolamentazione per la prevenzione e il
contrasto del cyberbullismo al quale, come specificato, devono
attenersi agli operatori della rete internet e del social networking;
-
inserendo nel piano d’azione le iniziative di informazione coinvolgendo
i servizi territoriali in
sinergia con le scuole e
favorendo le campagne di sensibilizzazione ad opera della Presidenza del
Consiglio in collaborazione con il MIUR.
2.
Cosa possono fare le SCUOLE (in collaborazione con
Istituzioni, associazioni e operatori sociali):
v N.B:
La scuola è il punto di riferimento primario per la famiglia e
per la società, centro
educativo dove gli interventi devono
superare gli ambiti disciplinari canonici per assumere un carattere etico e sociale.
·
Mettere
in campo azioni basate su strategie
“di attenzione” ed educazione nei confronti dei minori
coinvolti tanto come vittime che come responsabili senza distinzioni di età,
prediligendo l’informazione
e la formazione
degli utenti e dando vita a un percorso
di crescita e comprensione del fenomeno sul terreno del continuo e ideale
dialogo con tutti i soggetti.
·
Educare gli
studenti ed i genitori ad una COSCIENZA DIGITALE attraverso il confronto e la
condivisione: insegnargli ad utilizzare le tecnologie, scoprire quali
sono i contenuti che si cercano in rete, capire come cambia la fruizione della
rete in base agli interessi di genere e di età, aiutandoli a sviluppare una conoscenza
importante che diventa cultura educandoli all’uso del web
·
SENSIBILIZZARE COSTANTEMENTE SUL TEMA attraverso campagne, seminari,
proiezioni di film o realizzazione di cortometraggià vd. ES. RECENTE: I’Istituto Giulio Cesare di
Sabaudia che ha organizzato il 20 ottobre scorso un
Convegno intitolato “Le parole fanno più male delle botte. Bullismo
e cyberbullismo, generazioni disconnesse”, dedicato
al papà della quattordicenne Carolina Picchio che si è tolta la vita in seguito
a ripetuti atti di bullismo. Il titolo del Convegno prende spunto dalle
parole che Carolina ha lasciato in una lettera alla sua famiglia. Durante la giornata
è stato mandato un cortometraggio, “Il
branco” realizzato con alcuni studenti dell’Istituto.
·
Fornire ai GIOVANI spazi e luoghi
d’ascolto, non sottovalutare la loro condizione e dargli il coraggio
di raccontarsi e
confrontarsi con gli altri giovani, lasciando emergere i loro vissuti (Es.
Lettera ragazza di Treviso che ha trasformato il dolore in un punto
di forza scrivendo ai bulli, ringraziandoli per averla fortificata e resa
migliore, al contrario della loro ignoranza)
3.Cosa
possono fare le FAMIGLIE:
v N.B
La
famiglia ricopre un ruolo di primaria importanza perché determina il modo con il quale un giovane si
affaccia sul mondo.
· Rimanere costantemente vigili sul
comportamento dei propri figli in modo da cogliere eventuali anomalie e situazioni di
disagio, attivandosi nel modo più adeguato al primo campanello d’allarmeàEs. MAMMA DI VIGEVANO: figlio 15enne rovinato dai
bulli (picchiato, trascinato con una catena al collo, stuprato)il paese la incolpa di non essere un
genitore capace , lei si sente in colpa per non essersi accorta in tempo del
continuo disagio e umiliazione subita dal figlio.
·
Quindi importante: STABILIRE UNA
COMUNICAZIONE CON I PROPRI FIGLI, capire
come entrare in sintonia con loroche utilizzano quotidianamente i mezzi
informatici e comprendere come poter intervenire in tale rapporto, non
dimenticando l’ausilio delle istituzioni e delle forze dell’ordine (polizia
postale, carabinieri specializzati nel settore che intervengono insieme all’aiuto
delle famiglie, dei servizi sociali e delle scuole).
·
Lavorare insieme ai figli sulle
modalità e le differenti opportunità di comunicare qualunque informazione in un
messaggio, in chat, in una mail o verbalmente e di persona. Una buona
educazione passa sempre attraverso lo sviluppo della sensibilità: in famiglia è bene discutere di cosa si
comunica e quale sia la modalità corretta per farlo.
·
Promuovere e partecipare con loro a corsi di formazione (ES. PROGETTO PATENTE DIGITALE promossa
da alcune associazioni) per conoscere
nei dettagli l’utilizzo, le potenzialità positive ma anche quelle negative
della rete e dei mezzi tecnologici.
Sono gli stessi genitori che devono possedere la conoscenza degli
strumenti per poter interagire con i figli educandoli ad un corretto uso
degli stessi.
·
Esortare i figli sì al corretto uso del web, ma
stimolarli ad intrattenere rapporti reali, al confronto e al dialogo, allo sport,
costituendo per loro modelli ed esempi positivi, non alimentando ed
estremizzando il sentimento di odio e competizione (genitori a litigare tra loro per esaltare i propri figli, a
discapito di quelli altrui.)
CONCLUSIONI:
La
strada maestra è creare un sistema che prevenga condotte
lesive e che possa aiutare le vittime ad uscire dal circuito della paura e della vergogna. I provvedimenti descritti e che sono stati presi dal
Governo hanno l’obiettivo di fornire queste risposte mobilitando tutti i soggetti, istituzionali e non, in un percorso
che interrompa la spirale dell’isolamento di fronte a queste moderne forme di
violenza e che veda nella COMUNICAZIONE lo strumento
fondamentale per sensibilizzare giovani,
genitori, insegnanti e operatori, affinché ogni vittima possa trovare il coraggio dire agire e invocare
l’ascolto del proprio ambiente non sentendosi più sola.
Fabrizio Giulimondi
RAPPORTO CENSIS SULLA SITUAZIONE SOCIALE DEL PAESE al 2
DICEMBRE 2016
-
Bullismo e cyberbullismo
Il 52,7% degli 11-17enni nel corso dell'anno ha subito
comportamenti offensivi, non riguardosi o violenti da parte dei coetanei. La
percentuale sale al 55,6% tra le femmine e al 53,3% tra i ragazzi più giovani,
di 11-13 anni. Quasi un ragazzo su cinque (19,8%) è oggetto di questo tipo di
soprusi almeno una volta al mese, eventualità più ricorrente tra i giovanissimi
(22,5%). Su internet sono le ragazze a essere oggetto in misura maggiore degli
attacchi dei coetanei cybernauti (24,9%).
Il 47,5% degli oltre 1.800 dirigenti scolastici
interpellati dal Censis indica i luoghi di aggregazione giovanile come quelli
in cui si verificano più frequentemente episodi di bullismo, poi il tragitto
casa-scuola (34,6%) e le scuole (24,4%). Ma è in internet che il bullismo trova
ormai terreno fertile, secondo il 76,6%. Nel corso della propria carriera il
75,8% dei dirigenti scolastici si è trovato a gestire più casi di bullismo: il
65,1% di bullismo tradizionale e il 52,8% di cyberbullismo. Per l'80,7% dei dirigenti, quando i loro figli sono
coinvolti in episodi di bullismo, i genitori tendono a minimizzare,
qualificandoli come scherzi tra ragazzi, e solo l'11,8% segnala atteggiamenti
collaborativi da parte delle famiglie, attraverso la richiesta di aiuto della
scuola e degli insegnanti. Il 51,8% dei dirigenti ha organizzato incontri sulle
insidie di internet con i genitori, avvalendosi prevalentemente del supporto
delle Forze dell'ordine (69,4%) e di psicologi o operatori delle Asl (49,9%).
All'attivismo delle scuole non ha corrisposto però un'equivalente
partecipazione delle famiglie, che è stata bassa nel 58,9% dei casi, media nel
36% e alta solo in un marginale 5,2% di scuole.
-
Ricerca docente della Sapienza
Ma non
è tutto: «L’82% dei ragazzi non considera grave insultare, ridicolizzare o
rivolgere frasi aggressive sui social». È quanto emerge da una ricerca condotta
dalla Prof.ssa Anna Maria Giannini, docente di Psicologia alla Sapienza, che ha
intervistato 1.500 studenti i delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
«Il web - spiega la professoressa - è un teatro per la sperimentazione
dell’aggressività dei ragazzi, senza filtro o possibilità di freno. L’autore
dell’aggressione sottostima l’impatto sulla vittima, rispondendo anche “non è
grave, mica l’ho picchiata”. Dall’altra parte la vittima sperimenta un
complesso di emozioni che vanno da un senso di umiliazione a vergogna e
autocolpevolizzazione. C’è anche poca conoscenza del destino del materiale caricato
in rete: si pensa che decadrà’ e che è accessibile a poche persone.
-
Cyberbullismo e sexting, il vero problema è il cyberbullismo sessuale
Purtroppo i problemi legati alla rete non ruotano solo
intorno al CYBERBULLISMO, anzi, esistono degli aspetti meno trattati con delle
conseguenze altrettanto gravi.
Fin dagli 11
anni di età la tendenza è quella di scattarsi selfie intimi e
senza vestiti o a sfondo sessuale ed inviare le immagini o i video nelle chat;
si chiama SEXTING e parliamo del 6% dei preadolescenti dagli 11 ai 13 anni, di cui
il 70% sono ragazze, e di circa 1 adolescente su 10 dai 14 ai 19 anni. Per
questa ragione è sempre più emergente il problema del cyberbullismo legato allo scambio di immagini hard o intime,
infatti, il 33% degli episodi di
cyberbullismo è di tipo sessuale.
Nell’ambito delle violenze a sfondo sessuale o
comunque legate all’abuso dei sentimenti, si sta parlando di un fenomeno ormai
mediatico che risponde al nome di “Pull a pig” o “inganna il maiale”,
che vede un ragazzo, in genere quello più ricercato del gruppo, che deve fare
lo spavaldo davanti agli amici, avvicinare una ragazza, considerata poco
avvenente, appunto un maiale o comunque lontana dai canoni di bellezza tradizionali,
con lo scopo di farle credere di essere interessato a lei, conquistarla, a volte addirittura arrivando a consumare
l’atto sessuale, per poi umiliarla, anche pubblicamente, dicendole che si
trattava tutto di uno scherzo. Il 22% degli adolescenti, dai 14 ai 19 anni,
ammette di aver preso in giro intenzionalmente un compagno o un amico solo
perché in sovrappeso, rispetto al 18% dagli 11 ai 13 anni. In genere, gli
autori di queste prepotenze, sono i maschi (65%).
Le ragazze sono comunque la categoria più a rischio
dal punto di vista della diffusione di materiale intimo e privato, e sono
spesso anche vittime della vendetta pornografica o REVENGE PORN (4%) ossia il
vendicarsi in genere per essere stati lasciati, traditi sia in amore che in
amicizia attraverso la pubblicazione sui social o nelle chat di materiale
intimo e compromettente con lo scopo di arrecare danno all’altra persona e di
metterla alla gogna pubblica. La Revenge Porn ha già causato anche suicidi e
importanti problemi da un punto di vista psicologico come depressione.
-
Condivisioni e bisogno di approvazioni social
Dei 2
adolescenti su 10 che condividono nelle chat e nei loro profili tutto ciò che
fanno durante la loro giornata, il 60% sono ragazze. Si tratta di adolescenti
che arrivano a seguire una dieta pur di sembrare più belle sui social ed essere
accettate e apprezzate, sperimentano una importante ansia da prestazione
evidenziata dal ritoccare anche in maniera anche esagerata le fotografie prima
di postarle. Sono diventate bravissime ormai nel togliersi i difetti, rendere
le gambe più fini, sembrare fondamentalmente ciò che non sono, manifestando un
profondo senso di non accettazione di se stesse e un bisogno di approvazione
altrui che condiziona fortemente la loro autostima e il loro umore. Il 15% del
campione totale si mette a dieta per apparire più bello nelle foto da
pubblicare, ma di questa percentuale quasi l’80% è di sesso femminile. Le
ragazze sono quindi più sensibili alle critiche social, e del 35% che sta male
se riceve critiche nei commenti, il 70% riguarda le femmine.
Sicuramente
anche la pressione social, il confronto con una visione della donna che viene
giudicata quasi sempre per l’aspetto estetico e i modelli di riferimento
femminili sempre perfetti, influenzano il giudizio personale e dei coetanei. La
donna, per gli adolescenti, rimane sempre e comunque più accettata da un punto
di vista social e sociale, se è magra e bella.
-
Abuso e uso compulsivo dello smartphone
Il 15%
degli adolescenti del campione totale, di cui il 73% sono ragazze, trascorre
più di 10 ore al giorno attaccato allo smartphone;
il 18% dalle 7 alle 10 ore e la maggior parte di loro è sempre femmina (70%).
Anche
la Nomofobia e e il Vamping sono problemi più legati al
genere femminile. Infatti, dell’80% dei ragazzi terrorizzati all’idea che il
telefono si possa scaricare o che possa restare senza connessione, 6 su 10 sono
ragazze. Del 62% degli adolescenti che rimane sveglio fino a notte fonda per
chattare, controllare profili social, il 59% sono femmine, come il 68% di
coloro che si svegliano anche durante la notte.
-
“Rapporto ‘Cittadinanzaattiva’ ”
ROMA – Aumentano nell’anno scolastico 2016-2017 gli
atti di vandalismo nelle scuole, perlopiù a opera di soggetti esterni: a
subirli è stato il 28% degli istituti. In una scuola su 5 (19%) sono
stati registrati episodi di bullismo. E’ quanto emerge dal XV Rapporto
sulla sicurezza delle scuole, presentato oggi a Roma da ‘Cittadinanzattiva’.
“Il dato sul vandalismo – osserva ‘Cittadinanzattiva’
– sembra in aumento rispetto agli anni precedenti, nel 2015-16 si attestava ad
esempio al 27%. Inoltre, bisogna tener conto che ad essere censiti sono solo
gli episodi noti al Responsabile prevenzione e protezione o al dirigente e che
probabilmente non danno conto di altri casi di minore gravità”.
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