venerdì 13 maggio 2022

“NODI OSSIA I SOGNI SI AVVERANO" di ITA PLUTOWSKA-WITASZEK

 


La mia strada verso la maturità era tormentata. Dentro di me combattevano due Ita – quella che volevo essere e quella che sono. Una distruggeva l’altra. Sapete cosa intendo?”.

Vi sono libri di poche pagine ma di altissimo contenuto morale ed introspettivo, piccole nuvole cariche di una pioggia primaverile e refrigerante: la biografia – autobiografia -  intervista “Nodi ossia i sogni si avverano” (PWH ARTI), di Ita Plutowska-Witaszek, è uno di questi.

La vita vissuta da Ita, una ragazza down, dalla scoperta dei genitori dei “cromosomi in più” durante la sua esistenza intrauterina, al matrimonio, trascorre in una ritmata e crescente presa di coscienza della sua “diversità” che l’ha resa così speciale, così migliore, così solare.

La mente del lettore si dibatte fra il rabbuiarsi al pensiero del barbaro down syndrome free, ossia del progetto scandivano volto a non fare nascere questi ragazzi, e l’affacciarsi al sorriso di Ita che tutto avvolge e tutto soverchia.

E i ricordi del lettore viaggiano in direzione della pellicola del 1996 “L’ottavo giorno”, film straordinario del regista belga Jaco Van Dormael, con un attore protagonista down superlativo, Pascal Duquenne. Il cinema si incunea nella letteratura che ricambia abbracciandolo. Il Georges della storia proiettata sul Grande Schermo è Ita e Ita è Georges, solo che Ita sceglie la vita e non si arrende, perché l’amore, di cui trasuda ogni riga del libro, è il vero motore ruggente della trama, è il supporto e il baluardo della vita di questa giovane polacca dagli occhi dal taglio orientale.

Il libro, scritto in polacco e tradotto in inglese e in italiano, è frutto di un pregevole sforzo “di penna” dell’Autrice, oltre di un lungo lavorio di ausilio dell’Opera orionina polacca, che ha sempre creduto in questa giovane, quanto coraggiosa, fanciulla che vorrebbe tanto avere un figlio: la vita richiede vita.

Fabrizio Giulimondi


lunedì 9 maggio 2022

"ECLISSI DI COSTITUZIONE. IL GOVERNO DRAGHI E LA DEMOCRAZIA" di TOMASO MONTANARI

 Eclissi di Costituzione: Il governo Draghi e la democrazia di [Tomaso Montanari]

"C'è un tempo per tutto: e questo non è il tempo di tacere.".

Sono anni che denuncio la brutalizzazione della Costituzione italiana e mi ha fatto piacere imbattermi nello scritto corsaro "Eclissi di Costituzione. Il governo Draghi e la democrazia" (Chiarelettere) di Tomaso Montanari, rettore dell'università per stranieri di Siena e pluri-democraticamente insultato nei talk show televisivi.

"Eclissi di Costituzione" è una analisi, da Sinistra, lucida, spietata e di ampio respiro, sul governo Draghi ("Il nuovo mantra dell'antipolitica assume quindi toni monarchici, autoritari, repressivi") e sulle connivenze della Sinistra italiana con le numerose illiberalità, violazioni dello Stato di diritto, abbattimento delle garanzie nel mondo del lavoro e lesioni della dignità dei lavoratori, posti in essere dalla pandemia in poi. Il bisturi di Montanari sull'opera di Draghi mette in evidenza il trionfo del mercato sulla Politica, il Parlamento ed il diritto, diritto considerato oramai roba da "intubatori" seriali, da putiniani di ferro. "Vaccinista" convinto, lo studioso indica ai suoi lettori l'odio che ha investito chi ha osato non assumere il vaccino, una platea di donne e uomini esposti quotidianamente al pubblico ludibrio ad opera di giornalisti video e della carta stampata e delle stesse somme istituzioni dello Stato, Mattarella e Draghi in testa.

Il robusto ridimensionamento dei fondamentali di una società liberale, iniziato nel marzo 2020, è proseguito, abbrutendosi, con il sopraggiungere dell'invasione russa dell'Ucraina. I vocaboli sprezzanti e semplificativi da che mondo è mondo occorrono per attingere meglio l'obiettivo: dare la colpa ad un gruppo sociale che colpe non ha, per nascondere quelle vere, le proprie: dai No Vax ai putiniani il passo è breve!

Una Sinistra guerrafondaia, ingobbita dinanzi ad un poco lucido Biden, desta scandalo nell'Autore e in tutti coloro che non hanno cambiato idea in merito alla guerra solo perché l'ha cambiata il PD ed il suo segretario Letta.

Montanari studia il nuovo idioma dei grandi quotidiani, e nota come sia tutto orientato verso una gagliarda, e si pensava passata, retorica bellica: "All'epoca dei nostri nonni un caduto era motivo d'orgoglio in famiglia.".

Si cerca di contrastare da anni il linguaggio violento sui social, ma, invero, in questi anni il linguaggio d'odio ed il linciaggio verbale hanno contrassegnato proprio coloro che avrebbe dovuto garantire a tutti la libera e serena espressione del pensiero: "La stampa, quasi tutta genuflessa davanti al soglio di Draghi, ....fabbricava a getto continuo colpevoli, capri espiatori, streghe da bruciare.".

Abbiamo assistito e stiamo assistendo ad un ufficiale criminalizzazione del dissenso, qualsiasi dissenso, anche quello esercitato in modo pacifico e argomentato, una damnatio che consegna alla stampa la potestà di mettere all'indice il dissenziente, emarginandolo e proscrivendolo anche con conseguenti gravi pregiudizi di natura professionale ed economica. Siamo in attesa che il Corriere della Sera inserisca nella fossa del letame pacifista e propagandista russofilo anche il Pontefice, avendo Egli qualificato l'eccessiva presenza della Nato lungo i confini della Russia ragione di "facilitazione" della rabbia dello Zar.

"La domanda è: l'«alto profilo» del governo Draghi, garantito personalmente dal presidente Mattarella, che rapporto ha con la Costituzione italiana, della quale il presidente è garante?"

Fabrizio Giulimondi

 

domenica 1 maggio 2022

FABRIZIO GIULIMONDI: "ALLE MIE FIGLIE"

 




La nostra lotta a cosa è servita?”

 

“La lotta ha un valore di per sé. Il valore è la lotta stessa. Il correre è un valore, si può non arrivare a meta ma si è corso.

Avere disobbedito in modo non violento è stato un valore.

Non aver abbassato la testa e non essersi imbustato il volto è stato un valore.

Essersi ribellati a misure inumane, irrazionali e incostituzionali è stato un valore.

Essere usciti sotto lockdown e rientrati dopo il coprifuoco (come in Ucraina?) è stato un valore.

Avere creduto nella libertà (messa al primo posto dal Popolo ucraino innanzi alla propria vita e a quella degli altri) è stato un atto eroico.

Fare primeggiare il pensiero, il dubbio e la critica è stato prometeico.

Essere state vittime di ogni genere di angheria, sopruso e stoltaggine è stato un atto etico e valoroso.

Avere combattuto contro il Green Pass, strumento che non si vedeva dai tempi del nazismo e del fascismo, è stato un comportamento epico, una operazione culturale e un esercizio dell’anima avverso l’aggressione allo stadio minimale delle libertà individuali e contro la trasformazione dell’essere umano in un QR code.

Quando si mette tutto se stessi in una battaglia che segna uno spartiacque fra umanità e disumanità, libertà e tirannide, società liberale e società distopica, la vittoria è già nelle proprie mani.”.

Il papà

Fabrizio Giulimondi