“L’esorcista
del Papa” di Julius Avery, ossia una occasione mancata! Il famoso Padre
Gabriele Amorth – morto nel 2016 – viene tratteggiato in modo caricaturale,
assomigliando più a Sean Connery ne “Il nome della rosa” che a Padre Merrin nel
film cult “L’esorcista” da cui, però, il regista copia ampi passaggi narrativi
e scene clou.
La
realtà è che tutti cercano di imitare l’opera del 1973 di William Friedkin ma
nessun neanche vi si avvicina.
Una occasione
persa perché, dai tanti e contenutisticamente corposi libri di Padre Amorth, poteva
essere tratta una pellicola di grande interesse cinematografico ed artistico.
V’è da
dire che vi sono alcuni spunti inventivi relativi alla Santa Inquisizione spagnola
di qualche interesse.
La stessa
scelta degli attori è errata a causa della abissale differenza fisica e nel
modo di parlare ed atteggiarsi di Russell Crowe con Padre Amorth; parimenti
Franco Nero con San Papa Giovanni Paolo II.
Forse
è meglio occupare il proprio tempo a leggersi gli scritti del grande esorcista
piuttosto che vedere questo film.
Fabrizio
Giulimondi
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