Donato Carrisi è
tornato con un romanzo che supera i precedenti per linearità della trama ed
incisività narrativa, con un crescendo wagneriano emozionale che gli ultimi
lavori avevano talora dimenticato.
“La casa dei silenzi” (Longanesi) è frutto di un reticolato di
silenzi e inquietudini, memorie cancellate e messaggi che vengono dal futuro.
I
sogni sono al centro del racconto. I sogni sono il tessuto connettivo dell’opera.
I sogni legano personaggi e ambienti, presente, passato e futuro. Sono i sogni
ha creare l’atmosfera, anzi sono l’atmosfera stessa. I sogni sono un mistero e
il mistero della psiche è immerso nei sogni.
L’ “addormentatore
di bambini” è tornato insieme a vicende che gettano il lettore in uno stato
dopaminico.
La
pareidolia.
Il signor B. Il signor Z.
La realtà
è un simbolo e il simbolo la realtà.
Non
riuscirete a smettere di leggere: leggere tutto e subito sarà una necessità
compulsiva.
Tutto
è reale. Nulla è reale.
La
rosa è il nome di un fiore o di una bambina? Sartre e thriller.
Passato,
presente e futuro non si distinguono, fusi in un unico magma spazio-temporale.
Magnolia.
Una
donna dai capelli neri indossa un abito scuro. Lei vive nei sogni di Matias. Lei
lo guarda. Lei esiste o è una proiezione onirica del ragazzino?
Una
minuziosa ricostruzione di fatti immaginifici e reali che non fa staccare il
lettore dal libro.
Limonata scarpa morte.
Non c’è più tempo.
La
vera realtà dimora in ciò che non vediamo perché è ciò che non è visibile ad
essere la vera realtà.
Il kafkiano
grande scarafaggio.
L’evocazione
esorcistica dell’incontro al secondo piano della casa dell’ipnotista con il
perseguitato dallo stesso sogno che si è trasformato in un incubo terrifico
nonostante la sua placidità.
Un
sogno che si ripete per un anno. Un incubo. Nightmare.
Letteratura
e cinema. Psicoanalisi, psichiatria e analisi dei sogni. Coscienza, inconscio e
subconscio.
“Spesso in quelle famiglie trova ad aspettarla
lo scarafaggio. Cambia aspetto ma è sempre lui. Ormai a imparato a
riconoscerlo”.
Fabrizio Giulimondi