“La regola del silenzio” del Patron di Eataly Oscar Farinetti (Bompiani)
è un thriller letterario dove nulla di ciò che appare in realtà corrisponde alla
verità. Il romanzo è sviluppato in più fasi: l’antefatto, il processo, la
galera e la giustizia che trionfa. Il processo è del racconto il momento topico,
la cui narrazione è veramente avvincente sotto l’aspetto delle dinamiche umane fra
le parti processuali.
Il
protagonista, Ugo Giramonti, ha il difetto di essere compos sui in ogni istante della sua vita, anche quelli
più drammatici e sconvolgenti: troppo bravo, troppo buono, troppo saggio, troppo
pio….direi irritante.
Il
romanzo sarebbe più incisivo con qualche pagina in meno, soffrendo di
descrizioni di operazioni bancarie, commerciali e contrattuali di troppo.
Le
puntellature letterarie e filosofiche e le citazioni storiche arricchiscono l’architettura
del romanzo anche se, talora, l’arpeggio complessivo può risultare in po' borioso,
noioso e dissonante.
Fabrizio Giulimondi
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