Dopo
il gradevole lavoro letterario Premiata ditta sorelle Ficcadenti (già recensito in questa Rubrica), il
bravo scrittore Andrea Vitali si
esercita in un romanzo goldoniano “Quattro
sberle Benedette” (Garzanti): divertente
storia sviluppata in ambienti paesani nel settimo anno dell’era fascista (1929),
in lingua italiana punteggiata da espressioni dialettali lombarde, e che si
districa fra postriboli, canoniche e stazioni dei carabinieri, dove nulla, ma proprio nulla, mio
caro e attento lettore, è come appare!
Fabrizio Giulimondi
Nessun commento:
Posta un commento