Ha
ragione Antonio D’Orrico a definire “Uccidi
il Padre”(Mondadori), di Sandrone Dazieri, “il più grande thriller della stagione”, perché tale è.
Riprendendo
lo stile del compianto Giorgio Faletti
e di Donato Carrisi, Dazieri impone al lettore di divorare
il suo racconto, minato di colpi di scena, coup
de theatre, e suspance, con un finale
al cardiopalma.
I
richiami a fatti di cronaca attuali e passati sono costanti e più volte la mente
corre a Saw ed alle fiction poliziesche come Squadra Antimafia, Intelligence e R.I.S. Roma,
di cui Dazieri è stato sceneggiatore.
Roma
e, poi, Cremona.
Chi
è il Padre? Chi è Zardoz? chi è il dott. Zedda? e chi è il Tedesco?
Cosa
sono i progetti Bluebird, Artichoke e Mkultra?
Colomba
è una poliziotta in convalescenza dopo il “Disastro”.
Dante
è un ragazzo che è stato rapito e tenuto prigioniero in un silo per tredici
lunghi anni. Ora Dante ha abilità piscologiche tali da comprendere una persona
anche solo da un impercettibile movimento di un muscolo, di un nervo o di un
tendine.
Dante
sa che l’incubo non è ancora finito e che il Padre è ancora là fuori da qualche
parte.
Dante
sa che l’inferno ancora l’attende.
Fabrizio Giulimondi
grande
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