“VITAACANESTRO”, regia di Stefano
Mormile, è un One Man Show teatrale di Patrizio
Cannata, sul palco per un’ora e quaranta, autore dei testi recitati e
cantati e delle note che giocherellano nell’aria.
Un’ora e quaranta! Non è poco quando,
accompagnati da un basso (Fabio Tortora) e dalle percussioni (Roberto
Capacci), si tiene banco fra prosa, chitarra e canto.
Parlare di mafia e delle sue eroiche
vittime seguendo la metafora di una partita di pallacanestro: stravagante?
Forse geniale!
Cannata menestrello con la
chitarra in mano esprime una dimensione della storia, seduto un altro aspetto
della narrazione, in piedi una ulteriore visuale del racconto: i movimenti, le
tecniche e le regole di una partita di basket si incrociano con le esistenze di
Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Paolo Borrometi (giornalista e scrittore
sotto scorta – vera – dal 2014) e Umberto Mormile (il regista ne è il
fratello), educatore penitenziario ucciso l’11 aprile 1990.
Densità storica e leggerezza sonora, in
piedi, seduto, in piedi, seduto, con chitarra o senza: le vicende trattate
cambiano al ritmo del su è giù, mentre il plettro che pizzica le corde
incornicia la contemporaneità resa immortale come solo gli spiriti indomiti
riescono a fare.
Fabrizio Giulimondi
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