venerdì 16 gennaio 2015

"LA TEORIA DEL TUTTO"(THE THEORY OF EVERYTHING") DI JAMES MARSH: PREMIO OSCAR COME MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA


Locandina italiana La teoria del tutto
Ci sono alcuni film che sono imperdibili, che è obbligatorio gustarli.
Uno di questi è “La Teoria del Tutto” (“The Theory of Everything”) di James Marsh sulla vita del geniale fisico, astrofisico e cosmologo britannico Stephen Hawking (interpretato da un i-n-f-i-n-i-t-a-m-e-n-t-e bravo Eddie Redmayne (Premio Oscar 2015 come migliore attore protagonista e già vincitore del Golden Globe 2015) e di quel gigante di donna che era sua moglie, Jane Wilde-Hawking (le cui vesti cinematografiche sono ricoperte da una commoventemente sublime  Felicity Jones), autrice della biografia da cui è tratta la pellicola: “Travelling to Infinity: my life with Stephen” (“Verso l’infinito”), edita da Alma Books.
Questa opera parla dell’Amore, quello con la A maiuscola, della forza della Vita, del Coraggio, e dell’Amore e del Coraggio che insieme abbattono ogni ostacolo e non consentono in alcun modo alla Vita di soccombere.
Stephen Hawking è una mente eletta e il suo intelletto è imprigionato in un corpo devastato da una patologia inarrestabile. A Hawking hanno dato spietatamente solo due anni di vita da vegetale nel lontano 1963 in quel di Cambridge. Stephen Hawking ha oggi 72 anni ed è ancora in vita,  arricchendo l’Umanità con le sue teorie sul tempo, sul suo inizio e la sua fine, donando ad essa un traguardo: scoprire una “sola, semplice, elegante formula che raccolga il tutto e tutto spieghi”.
Stephen è un uomo che in nome del neo umanitarismo avrebbe dovuto cessare la sua incredibile esistenza in modo medicalmente assistito,  se non si fosse interposta  la volontà indomita nella fede della moglie, perché questo è un capolavoro sulla Scienza e sulla Fede, su Dio e la sua negazione.
Denso, intenso, drammatico, “La teoria del tutto” è avvolto nel fascino dell’Universo, nel mistero della  sua nascita e della sua fine, della sua capacità di espandersi e di ridursi, sino all’ultima particella, fino al  buco nero che lo ha partorito.

Fabrizio Giulimondi


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