venerdì 23 gennaio 2015

"SOTTOMISSIONE" DI MICHEL HOUELLEBECQ



Ci sono libri che non solo andrebbero letti da tutti ma dovrebbero essere resi obbligatori nelle scuole di ogni ordine e grado (seppur con qualche “taglio”).
“Soumission” (Bompiani) dello scrittore francese Michel Houellebecq, la cui vita ora è blindata dopo la pubblicazione di questo libro.
Soumission” in italiano si traduce “sottomissione” e in lingua araba “islam”, perché islam vuole dire sottomissione.
Sottomissione assoluta dell’essere umano alla volontà di Allah.
Sottomissione assoluta della donna alla volontà dell’uomo.
Sottomissione assoluta del cittadino/suddito alla volontà del governante teocratico, perché la umma è un unicum e non v’è distinzione fra sfera politico-istituzionale e quella religioso-spirituale.
“Soumission” è un romanzo fanta-politico (ma quanto fanta?) ambientato in una Parigi che assiste stordita alle elezioni del Presidente della Repubblica ed allo scontro elettorale, non fra il Partito Socialista di Hollande, l’UMP di Sarkozy e il Front National di Marine Le Pen, ma fra quest’ultimo e il partito dei Fratelli Musulmani guidato dal “moderato” Mohammed Ben Abbes, il quale, grazie all’appoggio della gauche, vincerà il secondo turno delle presidenziali.
Il lettore, con insinuante e lenta angoscia e turbamento, scoprirà, fra un richiamo letterario e filosofico, una narrazione artistico-archeologica e una puntuale, dettagliata quanto eccessiva  descrizione in chiave pornografica delle peripezie sessuali del protagonista, cosa accadrà alla società (ex giacobina) transalpina, poi a quella belga, per  intravedersi, fatalmente, nelle crepuscolari pagine conclusive, il futuro dell’Europa:“…era dunque l’islam, oggi, ad aver preso il testimone. A furia di moine, smancerie e vergognosi strofinamenti dei progressisti, la chiesa cattolica era diventata incapace di opporsi alla decadenza dei costumi….Bisognava arrendersi all’evidenza: giunta a un livello di decomposizione ripugnante, l’Europa occidentale non era più in grado di salvare se stessa…”
Buona lettura!
Fabrizio Giulimondi


2 commenti:

  1. Anch'io in un primo momento ho giudicato eccessiva la descrizione porno grafica delle peripezie sessuali del protagonista. Ne sono rimasto veramente turbato per un paio di giorni; non riuscivo proprio a capire perchè uno scrittore più che eccellente avesse bisogno di inserire 5 o 6 pagine di porno tra le 250 del libro. Per un po' ho pensato a motivi puramente commerciali (il porno ha infiltrato anche la fantascienza negli anno 80); poi mi son detto: è troppo bravo a scrivere, a pre-vedere, a riflettere. Allora mi è venuta in mente una sentenza di Haim Baharier (pessimo scrittore ma grande maestro della tradizione hassidim) : la realtà è simbolica perché la Creazione è generazione di Senso. Basta togliere la maiuscola e si adatta al nostro caso letterario.

    Pornografico è il fare, il comportarsi degli intellettuali nei confronti non tanto della politica e del potere ma del "corpo" della Nazione. Questo viene violentato non tanto dalla "penetrazione" del protagonista; il corpo della Nazione è violentato dall'assenza di identità dei suoi intellettuali; quella stessa assenza che porterà il protagonista a sottomettersi (in un certo qual modo torna la Noia di Sartre) all'Islam. Le puttane o le signore che entrano nel letto del protagonista vengono "scopate" (mi si perdoni il francesismo) senza piacere da quando lui perde relazione emotiva con la donnità. E' un libro intrigante che non riesco a decifrare completamente: lo consiglio a chi percepisce la carnalità della ragione.

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