“Selma – la strada per la libertà” di Ava DuVernay racconta uno stralcio della
straordinaria esistenza di Martin Luther King (Atlanta, 15 gennaio 1929 –
Memphis, 4 aprile 1968), interpretato da David
Oyelowo, affiancato da una bellissima Carmen
Ejogo nelle vesti della moglie Coretta Scott King (concreto esempio del
detto: dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna).
La
storia - ritmata con note e canti spiritual/rap, fra cui la splendida Glory di John Legend (vincitrice Premio Oscar 2015 come Miglior Canzone Originale) - si inserisce fra il 1964 (anno in cui Martin Luther King riceve il
Premio Nobel per la Pace) e il 1965, durante il quale iniziano le dure
battaglie non violente per consentire l’effettivo esercizio del diritto al voto
(previsto a livello normativo ma rimasto completamente inattuato negli Stati
del Sud) della popolazione nera.
Selma
è la città dell’Alabama dove la lotta vede i suoi albori e fra una feroce
repressione e l’altra la lunga marcia terminerà a Montgomery, capitale dell’Alabama,
dove tutto era incominciato nel dicembre 1955 con il boicottaggio degli
autobus. Il Presidente Lyndon Johnson (Tom
Wilkinson) il 6 agosto 1965 sigillerà la vittoria firmando il Voting
rights act.
Il
film cerca di essere corale, con la comparsa anche ad un certo punto di Malcom
X, ma in realtà la figura che si staglia prepotentemente è solo quella di King,
ai cui lati destro e sinistro si fanno ben notare la consorte e il Presidente
Johnson. Solamente sullo sfondo si
scorge la restante moltitudine dei personaggi.
Da
fare vedere nelle scuole.
Fabrizio
Giulimondi
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