“The Search” del regista francese di
origine ebraico - lituana Michel
Hazanavicius, già acclamato Autore del pluripremiato The Artist, è un autentico, vero, indiscutibile capolavoro di
emozioni, sentimenti e orrore, ambientato in Cecenia durante la seconda guerra
del Caucaso fra l’agosto 1999 e il maggio 2000, sotto la presidenza della
Federazione Russa di Boris El’cin.
Difficile
parlarne.
Un soldato
russo, un tempo normale ragazzo ed oggi assassino sprezzante e spietato, riprende
la scena iniziale (e finale) che mostra i genitori di tre ragazzi che vengono
ammazzati per puro divertimento.
I tre ragazzi
sono i protagonisti della storia e le loro storie prima parallele si
intersecano fino al ricongiungimento.
Un ragazzino
di nove anni che porta con sé il fratellino di un anno di vita per il brullo e
devastato scenario di guerra ceceno. Lo abbandona innanzi la porta di un
casolare di una famiglia di contadini. Poi ricomincia la sua drammatica
avventura, senza più proferir parola, carico del terrore e della violenza che
lo circonda e lo travolge. La sorella appena maggiorenne cerca entrambi.
Una ragazza
della (allora) commissione europea dei diritti umani mostra la propria
inadeguatezza come donna e come rappresentante di una delle tante inutili istituzioni
comunitarie. L’incontro con il ragazzino le farà comprendere quanto il vero
aiuto non venga dalla scartoffie ma dal contatto amorevole fra lei e il
fanciullo.
Centocinquantanove
minuti scorrevoli e altamente drammatici insieme. Centocinquantanove minuti di
soprusi, crudeltà, ignominia, di sentimenti
e solidarietà veri. Centocinquantanove minuti durante i quali lo stomaco si
chiude e i muscoli si irrigidiscono. Centocinquantanove
minuti di pellicola dura, aspra, ruvida come carta vetrata ma anche morbida
come cotone, che mischia la finzione
cinematografica alle immagini di repertorio ad apparenti riprese realizzate con
piccole telecamere portatili.
Certamente il
regista mentre girava avrà pensato al conflitto russo-ucraino di questi ultimi mesi e a Putin - più volte evocato nella narrazione - al tempo primo ministro russo.
Da portarci assolutamente le scolaresche!
Fabrizio Giulimondi.
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