“Tommaso” di e con Kim Rossi Stuart, passato attraverso le forche caudine della
Serenissima, è un film pretenzioso, inconsistente, fastidiosamente onirico,
vetero e falso morettiano, inzeppato di psicologismi di stampo edipico, con
qualche richiamo ad alcune scene del film La
carne di Marco Ferreri (1991). La trama affronta una stralcio della vita di
un attore mentalmente disturbato con problemi relazionali con le donne che vede
svestite ovunque (donne immaginarie con le quali intrattiene fugaci congressi
carnali), ricordando nitidamente sprazzi del film di Dino Risi del 1969 Vedo nudo. Le problematiche del
protagonista si sostanziano nella difficoltà di mantenere rapporti affettivi
minimamente stabili con la conquista femminile del momento. Kim Rossi Stuart è indiscutibilmente un bravo interprete ma non
altrettanto un bravo regista, come ha già fatto capire al pubblico con il suo
esordio nel 2006 Anche libero va bene.
Conviene
vederlo il secondo mercoledì del mese quando l’ingresso nella sala
cinematografica costa soltanto due euro a persona.
Fabrizio Giulimondi
Nessun commento:
Posta un commento