venerdì 14 luglio 2017

"CODICE CRIMINALE" DI ADAM SMITH

Quanto le immagini, le scene e la fotografia in “Codice criminale” (di Adam Smith, con Michael Fassbender) sono intriganti, quanto il contenuto narrativo è deludente.
In un incedere lombrosiano e decadente, personaggi con linguaggio volgare e licenzioso vagabondano fra roulotte “zingaresche”, tentativi di taluni di avviluppare gli altri sempre di più nella morsa delle spire stritolanti e soffocanti della banda e, di talaltri di uscirne, provandoci non convintamente e di malavoglia, senza, ovviamente, riuscirvi.
Al centro del sipario cineastico si colloca un padre - padrone - capoclan e un figlio deprivato della propria personalità, in movenze recitative vagamente evocanti l’antichità classica del teatro greco, nel tormentato scontro fra il genitore autoritario ed il figlio succube ed incapace di liberarsi dalle angherie del primo.

Fabrizio Giulimondi  


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