E se
la Morte decidesse di deporre la sua falce e smettere di operare nel Mondo? Se l’Umanità
per un periodo di tempo, o per sempre, non conoscesse più la cessazione della
vita, cosa accadrebbe? Quali sarebbero le conseguenze sociali, umane,
economiche, politiche, istituzionali, religiose, spirituali, individuali e
collettive, esistenziali e relazionali della imperitura permanenza in vita dei
corpi delle donne e degli uomini che dimorano sul pianeta denominato Terra? E cosa
succederebbe se anche la Morte dal mantello nero che ricopre un terrificante
teschio scoprisse quel sentimento che gli umani chiamano “Amore”?
Solo il
Premio Nobel per la letteratura José
Saramago poteva dare rispose letterarie adeguatamente geniali con il suo tipico
stile senza punti, interruzioni e cesure, che determina un continuum di inenarrabile bellezza estetico-narrativa, ne “Le intermittenze della morte” (Universale Economica Feltrinelli, 2013).
Chi
non lo leggerà perderà molto.
Fabrizio Giulimondi
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