domenica 28 ottobre 2018

“L'ANNO DEI TRE PAPI. PAOLO VI, GIOVANNI PAOLO I, GIOVANNI PAOLO II” di ORAZIO LA ROCCA, PREFAZIONE di MONS. RINO FISICHELLA (SAN PAOLO)


L'anno dei tre papi. Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II” di Orazio La Rocca, prefazione di mons. Rino Fisichella (San Paolo), disamina un anno particolare, il 1978, che vide nell’arco di poche settimane la morte di (san) Papa Paolo VI (6 agosto), l’elezione a Pontefice di Giovanni Paolo I (26 agosto), la sua prematura morte il 28 settembre e l’elezione del monumentale Karol Wojtyła al Soglio Pontificio divenendo (San) Papa Giovanni Paolo II (16 ottobre).
Un anno extra ordinem che viene raccontato con dovizia di particolari in modo quasi pedante, ossessivamente appesantito da moltitudini di particolari, rendendo più volte la lettura un poco faticosa, intabarrata in una forsennata indicazione di date, nomi, cariche, incarichi, ruoli, nascondendo la vera narrazione sulle opere dei tre Pontefici. Il libro ha due co - protagonisti, Paolo VI e Giovanni Paolo I, e lascia solo alle ultime pagine il Papa polacco (ventisette anni di pontificato), scelta che lascia titubanti (l'immagine di copertina può trarre in inganno).
La lente ideologicamente orientata dell’Autore svilisce i primi due, spostando Papa Luciani verso dimensioni politiche a lui invero assolutamente aliene, la cui morte è solo fintamente fatta credere naturale mentre l’Autore nutre (eccome!) dubbi (in realtà assolutamente infondati vista la fragilità fisica del “Papa del sorriso” e le enormi preoccupazioni e gravosità degli impegni più volte da lui stessi denunciati).
Medesimi concetti, pensieri e idee vengono ripetuti sino a far perdere loro vigore e depauperandoli della loro iniziale giusta importanza. I trentatré giorni di papato di Giovanni Paolo I sono andati oltre il sorriso che gli incorniciava il volto. L’Autore sembra scusarsi ogniqualvolta riporti un aneddoto che mostri il lato conservatore dei due Successori di Pietro, sentendosi in dovere di controbilanciare la ferale notizia con altre informazioni che smussino la precedente. Anche per il notorio e ferreo anticomunismo di Wojtyla lo Scrittore si affretta a precisare che era stato prima duro avversario del nazionalsocialismo.
Peccato! Un’ occasione mancata in quanto l’anno 1978 è stato veramente straordinario e bisognevole di un rigoroso e scientifico approfondimento, vista anche l’immensa caratura dei tre “Uomini di bianco vestiti”.
Fabrizio Giulimondi

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