Nonostante
il nome altisonante del regista (Paolo
Virzì), pur in presenza di un corposissimo cast di attrici e attori di
vecchio e nuovo conio che non sto qui ad elencare (con un inspiegabilmente pessimo
Giancarlo Giannini che fa molto male
il romanaccio), “Notti magiche”
(titolo tratto dall’ omonimo brano musicale di Gianna Nannini e Edoardo
Bennato), ambientato nell’estate romana dei Mondiali del 1990, è inconcludente,
inconsistente, deludente. Tema trito e ritrito: la corruzione morale nella Roma
cinematografica, dello spettacolo e della politica. La Città Eterna troneggia
solo per la grandiosità delle sue piazze, delle sue strade, viottoli e vicoli,
dei suoi androni, palazzi e tetti, per la bellezza della zona di Santa Maria in
Trastevere e del Centro storico. Le scene del tutto inutili di sesso punteggiano
una trama noiosa e sottolineano una profonda mancanza di idee degli autori della
pellicola. Molto bravi gli interpreti dei tre co– protagonisti, quasi
neofiti del cinema italiano, Mauro
Lamantia, Giovanni Toscano e Irene
Vetere, latrice di un volto bello e intenso.
Fabrizio Giulimondi
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