"IT CAPITOLO DUE" è il seguito del film di Andy Muschietti del 2017 "It", trasposizione
cinematografica del romanzo cult del 1986 di Stephen King, già oggetto di
attenzioni cineastiche sul Piccolo Schermo.
Il romanzo del genio del
thriller/horror americano è un'opera complessa, corale, di amplissimo respiro, non
solo fatta di brividi e suspense, ma che tocca diffusamente temi sociali quali
il bullismo, la violenza sociale e nei confronti delle donne. Non è in poche
parole un semplice scritto pauroso.
Nella seconda parte di "It"
sono trascorsi 27 anni e i ragazzini e le ragazzine si sono fatti grandi quando
il pagliaccio malefico Pennywise è comparso di nuovo a Derry con il suo carico
di morte, truculenza e sangue.
A differenza del precedente il
secondo capitolo risulta essere eccessivamente gotico, confuso, surreale anche
per una pellicola di questo genere, ampolloso, con effetti speciali e di luci
che assomigliano a quelli dei parchi di Orlando, infarcito di battute spiritose
totalmente fuori luogo rispetto alla tragicità del momento in cui vengo sospinte,
una sdrammatizzazione incomprensibile. Figure deformi, mostruose, infernali, da
incubo, costellano la narrazione creando improvvisi sobbalzi al cuore dello
spettatore. La storia segue l'oramai consueto canovaccio dell'andirivieni nel
tempo, saltellando lungo l'arco degli anni dalle vicende vissute dai fanciulli
a quelle di uomini e donne che devono porre una volta per tutte la parola fine
alle carni dilaniate che imperversano da secoli in quella immaginaria
cittadina.
Da vedere ma con cipiglio critico.
Fabrizio Giulimondi
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