lunedì 23 agosto 2021

"IL CLUB DEI DELITTI DEL GIOVEDÌ" di RICHARD OSMAN




Nel Settecento i casi criminali escono dalle corti di giustizia per divenire un genere letterario a sé stante. Nella seconda metà dell’Ottocento l’attrazione per il delitto sfocerà prima nel romanzo gotico e poi in quello giallo. L’omicidio e l’assassino divengono attraenti, il crimine è osservato come una forma d’arte e i Poeti Maledetti lo esaltano, mentre l’occhio torbido dello Scrittore ammicca a favore del criminale, assecondato dalla simpatia del lettore.

Elizabeth, Ron, Ibrahim e Joyce si riuniscono ogni giovedì per analizzare crimini famosi, finché si imbattono in un reato in carne e ossa, anzi in più reati in carne e ossa.

Il club dei delitti del giovedì” dell’inglese Richard Osman (Società Editrice Milanese) è un giallo, ironico e surreale in nulla simile ai romanzi di Agatha Christie, non essendovi una telecamera puntata sullo stesso ambiente, vuoi una elegante abitazione, uno studio vittoriano o un lustro treno, ma una macchina che riprende dinamicamente luoghi al chiuso e spazi a cielo aperto. Non si percepisce alcun sentore di drammaticità nel delitto, quasi che sia l’ultima e inevitabile forma di giustizia a torti precedenti subiti.

È presente qualcuno innocente fra i protagonisti? Potrebbero essere tutti assassini? E se tutti sono assassini nessuno potrebbe esserlo? O tutti colpevoli o tutti assolti? O almeno giustificati!

Dopo il giallo nipponico di Isaka Kōtarō "I sette killer dello Shinkansen", ne arriva uno di Sua Maestà Britannica che fa gustare un’altra angolatura di Caino.

Fabrizio Giulimondi


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