giovedì 16 settembre 2021

"LE NOVE VITE DI ROSE NAPOLITANO" di DONNA FREITAS

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La gloriosa e prolifera produzione letteraria a stelle e strisce si arricchisce di un'altra apprezzabile scrittrice, Donna Freitas, con il suo primo romanzo "Le nove vite di Rose Napolitano" (Rizzoli).

Il film del 1998 "Sliding doors" di Peter Howitt ha inventato un nuovo modo di raccontare le vicende umane, a seconda delle diverse decisioni prese dal protagonista sullo stesso trancio di vita o della realizzazione o meno di un certo evento. Questo libro costituisce il pieno compimento di questa tecnica narrativa.

"Le nove vite di Rose Napolitano" è piastrellato da un collage di nove storie che insistono sulla medesima storia. La narrazione a incastro è composta, come un mosaico, dalla somma della moltiplicazione dello stesso episodio vissuto in nove maniere differenziate. I racconti sono speculari in modo antitetico fra di loro.

L'architrave dell'opera si regge su un dilemma, un dilemma che dilania Rose: fare un figlio desiderato dal coniuge, un figlio che non si vuole fare, che non si voleva far sin dagli albori del matrimonio. Rose è una donna perennemente separata da se stessa e la narrazione indica nove percorsi da poter compiere, nove soluzioni alla scelta che gli viene "foraggiata".

La litigata per le vitamine prenatali e la scoperta di essere incinta vengono sezionate in nove proposte alternative, osservate da nove angolature diversificate.

I protagonisti vivono in un equilibrio dicotomico. La gioia del parto nel lucore di una sala di ospedale, mentre nella stessa sala, divenuta plumbea e triste, regna la scostante presenza di chi deve procurarle l'aborto.

Il cambio immagine è brutale e l'inchiostro terge il conflitto interiore dell'Autrice che, per mezzo di Rose, da una parte esalta la maternità come dono della vita e l'immenso suo amore per la propria mamma, mentre dall'altra evoca la libertà delle donne di non diventare madri.

La contraddizione in termini si costruisce in trama e la tensione interiore diviene motore creatore. La stesura del libro è permeata da un ossimoro che si snocciola lungo il nodo gordiano della unicità di una esistenza che si scioglie in nove esistenze, tutte con gli stessi attori.

Fabrizio Giulimondi

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