sabato 8 gennaio 2022

"LA CASA SENZA RICORDI" di DONATO CARRISI (LONGANESI)

 


Qualcosa di malvagio abitava in quelle stanze e, negli anni, aveva preso il posto di tutte le speranze e i palpiti d’amore. Una specie di entità acquattata nel silenzio, che si nutriva di rancore per non essere stata creduta.”.

Donato Carrisi dà una ennesima grandissima prova di sé con “La casa senza ricordi” (Longanesi).

Ogni romanzo di Carrisi è un passo in avanti verso la vetta dell’Olimpo degli autori del genere psicologico e thriller.

La casa senza ricordi” è puro psico-crime, sguardo onirico, labirintico, claustrofobico, allucinatorio sugli anfratti reconditi dell’oscurità umana.

La figura dell’Affabulatore riprende il romanzo di apertura dello scrittore pugliese “Il Suggeritore”, ripercorrendo le trame misteriche de “L’ipotesi del male”. Al centro della scena di una Firenze in penombra v’è l’ipnosi ed un suo uso manipolatorio che collega ventidue anni di tragedie inascoltate: “Nessuno è disposto a credere alle storie dei bambini”.

Il lettore rimane avvinghiato in uno stato ipnotico al racconto, deve capire, deve sapere, ciò che appare non è ciò che è, ciò che è non è ciò che appare. Mente, conscio e subconscio si inseguono, si combattono, l’uno cerca di sopraffare l’altro, in una eterna lotta senza vinti né vincitori.

Habemus Malleum Animi. Oblivio. La licantropia come patologia psichiatrica. Psiche e corporeità in perenne e insoluto contrasto.

La letteratura di Donato Carrisi tagliuzza l’uomo con il bisturi e ne studia la fuga nelle catacombe da lui stesso costruite e poi nascoste a se stesso. “La casa dei ricordi” proietta la disattenzione per la parola dei bambini verso il grande telo della tragedia che si fa grido silenzioso. Ciò che sembra malvagio non è tale, perché, in realtà, non è altro che l’urlo di Munch del fanciullo che per mezzo dell’“Addormentatore di bambini” far sapere all’esterno che cosa sia accaduto in passato… e cosa stia continuando ad accadere.

Non dovrai parlare a nessuno di me. Ascolterai ciò che ho da dire fino in fondo. Non dovrai cercarmi là fuori.”.

Fabrizio Giulimondi

 

 

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