venerdì 18 luglio 2025

GLI OCCHI NERI DI SUSAN” di JULIA HEABERLIN ((NEWTON COMPTON EDITORI, 2015))

 


La…persona che ha lasciato il biglietto ha distorto, a mo’ di avvertimento, una poesia dal titolo Black-Eyed Susan, la Susan dagli occhi neri, scritta da un poeta del XVIII secolo di nome John Gay. La poesia diceva che Lydia sarebbe morta se io non avessi tenuto la bocca chiusa.”.

Le Susan dagli occhi neri sono particolari tipi di margherite, fiori gialli con i petali arruffati e al centro un bottone scuro simile ad un occhio. La storia raccontata da Julia Heaberlin, “Gli occhi neri di Susan” (Newton Compton editori, 2015), sgorga da questi fiori e in questi fiori muore.

Questo romanzo thriller complesso e non sempre agevolmente intellegibile, forgiato con il fuoco della psichiatria, cela la maschera dietro la maschera…e ancora dietro altre maschere.

Il cervello del lettore non si deve distrarre, snodandosi la narrazione lungo i racconti e le analisi di geochimici forensi, medici legali, anatomopatologi, antropologi forensi, procuratori dell’accusa e avvocati della difesa, raccoglitori e studiosi delle ossa umana, perché le ossa umane spiegano molto della vita e della morte di una persona. Avvincenti i passaggi sul dibattimento del processo al serial killer (sarà lui il colpevole?), sullo strepitus fori e sulla cross examination.

È un libro che indaga la memoria quando per difendersi essa si auto-cancella rendendo cieca Tessie. Laddove il ricordo richiama alla mente una buca dove una ragazzina di 16 anni ancora viva è stata gettata insieme a giovani cadaveri e ossa umane, molte ossa umane, la cecità è l’unica strada percorribile.

Le ossa sono il materiale di cui sono fatti gli accadimenti, scheletri di ragazzine senza nome.

La visione è orrida ed è meglio cancellarla, meglio non vedere.

Chi va al patibolo è colpevole o innocente?

I tempi che cadenzano l’esecuzione capitale ritmano luoghi anonimi senza colore né spazio, evocanti “Dead man walking”, il film diretto nel 1995 da Tim Robbins.

Il Male che si cela dietro l’uomo può essere agghiacciante, senza ostacoli né confini o remore, perché quando è la malattia mentale a farlo fuoriuscire dalle profondità di un individuo, le azioni compiute saranno di rara oscenità.

Fabrizio Giulimondi

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