“Nonostante” di e con Valerio Mastandrea è un film intrigante
e coraggioso che indaga sulla morte e la sua paura con la leggerezza astrale di
corpi che, vagando annoiati e confusi per i corridoi dell’ospedale o per le
strade anonime della città, attendono il risveglio della loro “materia fisica” giacente
sul letto o di morire, spazzati via da un vento gagliardo.
Un
velo sottilissimo divide il visibile dall’invisibile e, nonostante sia
invisibile, il mondo che in esso si muove è altrettanto reale.
In
quel “mondo di mezzo” fra vita sospesa dal coma, esistenza “vissuta e vitale” e
morte, una dimensione incorporea ma ancora del tutto umana parla, ride, si
cerca, litiga, ama, in attesa di rientrare o di uscire definitivamente.
La
recitazione anche nella sua espressione mimica e di movenze è adeguata all’universo
parallelo in cui viene realizzata.
Mastandrea, Laura Morante, Dolores Fonzi e gli altri del cast sono
ectoplasmatici, galleggiando in desideri indefiniti, incerti se voler tornare nei
propri corpi e continuare la propria vita terrena, rimanere in questo stato “al
confine” o essere trascinati dal vento, vento violento da cui, in realtà, sono
spaventati.
Non vi
sono parenti né amici, solo loro, perché si è soli dinanzi alla morte. La
pellicola narra l’irraccontabile, da cui tutti noi fuggiamo, ma che è l’unica
granitica certezza che abbiamo.
Fabrizio Giulimondi
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