Giuseppe Tornatore ci consegna un altro lavoro ad
andamento lento - come è stile peculiare
della sua opera cinematografica - “La
migliore Offerta”.
In ambienti
vellutati e sofisticati, lievemente ovattati, circondati da una aura di mistero, si sviluppa
la storia di Virgil Oldman (Geoffry Rush), genio eccentrico, esperto d’arte,
apprezzato in tutto il mondo come battitore d’aste di mobilio di pregio e
pitture di grande valore. La sua vita scorre al riparo dai sentimenti, fuggendo
anche dal contatto fisico con le persone con l’aiuto di guanti sempre indossati
sulle mani.
L’incontro con Claire
(Sylvia Hoeks), una donna che si cela per
lungo tempo agli occhi di Vigil, nascondendosi dietro una parete della villa ove ella abita, presente
in scena solo con la voce, vellutata ed
a tratti inquietante, determinerà una
cesura incolmabile nella esistenza di Vigil.
Claire vuole da quest’ultimo
una valutazione del patrimonio di famiglia: inizierà un rapporto che, alternandosi fra attacchi
di ira e momenti di tenerezza, stravolgerà e travolgerà la vita dell’antiquario
fino ad un finale inaspettato ed imprevedibile, ove Robert, un giovane ed
abilissimo restauratore, interpretato da Jim Sturgess, giocherà un decisivo
ed insospettabile ruolo.
Il cast è di eccezione
e di respiro internazionale, al pari della colonna sonora dell’ineguagliabile
Ennio Morricone (seppure rimane imbattuta – e forse imbattibile – quella di Mission).
In concorrenza con
“La grande bellezza” di Paolo Sorrentino (recensita in questa
stessa Rubrica), “La migliore offerta”
ha prevalso sia nei Nastri d’Argento 2013 (miglior film), sia nel David di Donatello 2013 (Premio come miglior film,
miglior regista e miglior musicista).
E’ nelle sale
italiane dal 1 gennaio di quest’anno e, chi non lo avesse ancora visto, fa
ancora in tempo ad apprezzarne (o meno) il valore estetico e contenutistico.
Fabrizio Giulimondi
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