Paolo Sorrentino è
il nuovo Maestro del cinema italiano.
Dopo
pellicole di grande valore come Il divo
e This must be the place e il Premio
Oscar e pluripremiato La grande bellezza, l'ultima opera di Paolo Sorrentino Youth – La giovinezza ha vinto gli Oscar europei EFA (European Film Awards) di Berlino, edizione 2015, come Miglior Film, Migliore Regia e Migliore Attore (Michael Caine)
Youth riprende il fil rouge de La grande bellezza rendendolo ancora più intenso, accentuato e
denso.
La prepotente
bravura interpretativa di attori della fatta di Michael Caine (un po’ Toni Servillo un po’ Woody Allen), Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano e Jane Fonda, l'intensità di sguardi, silenzi, lacrime e sorrisi, sono immersi in una atmosfera sempre più felliniana, simbolica, onirica, immaginifica, fantastica e sognate.
Michael Caine, nelle
vesti di un grande direttore d’orchestra oramai tristemente e apaticamente in
pensione, dirige la natura, il muggito delle mucche, lo stormire degli uccelli,
tacitando tutto e tutti nelle pause musicali, con la delicata movenze delle
mani e il brusco ritmar delle dita.
L’orchestra
su un abbagliante sfondo bianco, il tenore vestita di rosso fuoco e, poi, lei,
la musica.
La
musica nei film di Sorrentino è colonna sonora della narrazione. Le melodie
liriche e gli arpeggi di una chitarra classica sono un tutt’uno con le immagini, le inquadrature, le fotografie, le
sequenze incantevolmente scenografiche dei panorami montuosi svizzeri. Le
sonorità sottolineano il gusto per i particolari, puntualizzano lo splendore di
ogni singolo dettaglio.
Alcune
scene ricordano vividamente dipinti di
Rembrandt: la rappresentazione è statica, un chiarore giallastro scende dall’alto
per illuminare il personaggio principale,
stagliandolo dal resto del racconto che resta sullo sfondo, nella penombra,
ancillare alla esaltazione del protagonista.
La
vecchiaia, la decadenza fisica ma non intellettiva, il conflitto con la gioventù,
incarnata nella bellezza dirompente di miss
universo, la lotta fra rassegnazione e il rifiuto di mollare le proprie
passioni e le proprie emozioni, perché la vita è fatta solamente di emozioni e
di queste si nutre.
La
vita di chi non si vuole arrendere alla morte per cedere infine ad essa, con un
atto di volontà di disperata, ultima, vitalità.
Ultima annotazione: candidata come Migliore Canzone ai Golden Globe 2016 il brano di David Lang , Simple Song No. 3.
Fabrizio Giulimondi
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