“La ferocia” del pugliese Nicola Lagioia (Einaudi) - già Autore di “Riportando tutto a casa” - primo della “cinquina” a Casa Bellonci e con buone possibilità di vincere il Premio Strega il prossimo 2 luglio.
Ferocia: sostantivo.
Feroce: aggettivo.
Ferocemente: avverbio.
La “ferocia” è l’anello di congiunzione fra la turpitudine di Clara, la malattia mentale del fratello Michele, l’ignominia dell’altro fratello Ruggiero, l’inconsistenza della sorella Gioia, l’amore umiliato e da lenone del marito di Clara, Alberto, la densa aria di ricatto della famiglia Salvemini e il vizio di alcuni “colletti bianchi” della città di Bari, location perfetta per questo romanzo capace di creare un costante stato di inquietudine nel lettore.
Clara è un personaggio pasoliniano ripulito dalla sporcizia di certe borgate romane e arricchito da pennellate desadiane, un po’ Histoire d’o, un po’ Lady Chatterley, un po’ Madame Bovary, un po’ Emanuelle, una creatura il cui unico sentimento profondo e autentico è per il fratello Michele, seppur nella famiglia Salvemini è immersa in tutto il suo corpo e la sua anima.
L’incedere narrativo è irto di ostacoli, anche per la tecnica stilistica di mettere nello stesso periodare, fra un segno di interpunzione e l’altro, più storie che avvengono in luoghi e tempi diversi.
La lettura deve essere attenta perché ogni tassello del racconto, alla fine, avrà il suo senso ed il suo incastro.
“Il futuro. Splendido e feroce come la bocca spalancata della tigre di cui aveva letto da ragazzo.”.
Fabrizio Giulimondi
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