giovedì 24 settembre 2015

"NON ESSERE CATTIVO" DI CLAUDIO CALIPARI


Locandina Non essere cattivo
Film bello quanto duro e spietato, “Non essere cattivo”(candidato per l'Italia agli Oscar 2016 come "miglior film straniero") del compianto regista underground Claudio Calipari, cala la platea fra esseri “subumani” che sguazzano fra “non luoghi”, tra “non spazi” delle borgate romane pasoliniane degli anni ‘70, lungo un litorale laziale “sgarrupato”, sporco e desolato come quello decritto in Una vita violenta e Ragazzi di vita: al consumo e allo spaccio di cocaina, eroina e pasticche pare non esservi alcuna alternativa!
Cesare (interpretato da uno straordinario Luca Marinelli) -  che ha sempre in testa un cappello molto somigliante a quello indossato da uno dei protagonisti di Arancia meccanica di Kubrick -  incarna questa assenza di alternative, impersona una disperata autodistruzione fisica e morale senza appello; Vittorio (il bravissimo Alessandro Borghi) personifica, invece, la commovente ricerca di “altro”, che non sia deturpato dal tocco funereo di “quella” periferia.
Ricco di simbolismo, a tratti grottesco, “Non essere cattivo” usa la pialla e il cemento e i mattoni e la fatica fisica e il cantiere per raffigurare plasticamente il tenace sforzo di Vittorio di voler cambiare, di voler costruire una nuova esistenza, lontana da crimini e “sballi” allucinatori.
Lo sprone per questo mutamento  sono – come spesso accade – due donne (la popolare attrice Silvia D’Amico e Roberta Mattei), anche se solo una raggiungerà l’intento, perché l’altra è troppo “dentro il sistema” e troppo marcio il compagno.
La splendida fotografia (di Maurizio Calvesi)  e le suggestive inquadrature si sforzano di attenuare la costante tensione che, inevitabilmente, lo spettatore proverà per tutta la durata della proiezione.

Fabrizio Giulimondi



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