“Ci alzeremo in piedi ogni volta che la famiglia sarà minacciata”, così gridò San Papa Giovanni Paolo II dinanzi alle sempre più incalzanti, minacciose e numerose iniziative politiche, sociali, legislative ed istituzionali contro la Famiglia e contro la Vita dei più piccoli come delle persone anziane.
La bioeticista
Olimpia Tarzia si racconta in un
libro autobiografico, “Ci alzeremo in
piedi. L’Italia dall’aborto alle unioni civili: il mio viaggio tra passione
civile e testimonianza cristiana” (Lateran
University Press), attraverso le tante battaglie da lei condotte in veste
di biologa, consigliere regionale ed esponente di punta del Movimento per la
Vita. Il lavoro ripercorre decenni di vicende politiche, elettorali e
referendarie italiane per mezzo degli occhi appassionati della Tarzia. La vita e le lotte dell’Autrice
costituiscono le lenti con le quali il lettore osserva la storia d’Italia dalla
legge sull’aborto del 1978, a quella del 2004 n.40, per giungere alle unioni
civili ed approdare al devastante “gender”.
Passione,
socialità e politica tutta al femminile con al centro i diritti non
disponibili: l’essere umano deve prender coscienza che non tutto è a sua
disposizione, ma vi sono dimensioni che prescindono e sono oltre egli stesso,
al pari della vita, della morte, del patrimonio genetico, della propria fisicità
maschile e femminile.
La
battaglia di Olimpia è coraggiosa perché
va a scontrarsi con il “Pensiero Unico”, il cui braccio ideologico armato è il “Politicamente
Corretto” che possiede supporter potenti,
danarosi e ovunque permeati.
Il
titolo è paragonabile al letto di un fiume, anzi, di un torrente, che tracima
la mente ed il cuore del lettore, un letto che viene riempito con parole che trasudano
tensione cristiana e civile, intrecciate e inscindibili fra di loro, fuse in
quella incerta linea di confine dove l’orizzonte non è né cielo né mare né terra
ma cielo e mare e terra insieme: è un orizzonte che sa di vittoria e di
speranza, anche quando tutto sembra crollare e dissolversi.
“Ci alzeremo in piedi” non è un algido
elenco di “cose fatte” o “ancora da fare”, ma tranci di anima che si sono fatti
vita vissuta, carne e sangue, vene pulsanti nei polsi, battiti cardiaci che impazziscono
prima di una intervista con temibili avversari o nell’attesa di un delicato intervento
pubblico.
Lungo
le pagine si ben comprende quanto quei “NO!” sommessamente pronunziati o urlati
siano costati alla Autrice. Forse un massificato “SI!” sarebbe stato più
agevole, ma Olimpia Tarzia si è
alzata in piedi perché la parte più profonda, intima e invalicabile dell’essere
umano era minacciata.
Fabrizio Giulimondi
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