“Educazione alla legalità. Contributi e
proposte”, a cura di Pierluigi
Granata e Francesco Sidoti (LINEA edizioni), è una suggestiva summa
di pensieri di Autori altamente qualificati, ognuno con un suo diverso taglio,
chi filosofico, chi sociologico, chi politologico, che squisitamente giuridico:
la legalità nelle sue diverse sfaccettature, multiformi declinazioni,
poliedrici approcci; la legalità calata nel mondo dell’economia e della
finanza, nell’universo giudiziario, immersa nel contesto europeo ed
internazionale; i rapporti della legalità con la morale; essere un buon
cittadino italiano e la sua connessione con un profondo senso della legalità; educare alla legalità come asse portante dell’educazione
civica; e poi il rapporto da sempre difficoltoso fra italiani e la Pubblica
Amministrazione.
La
fiducia negli altri come archetipo di una legalità autenticamente esistente
nelle dinamiche istituzionali e in seno alle relazioni umane: “La fiducia è un moltiplicatore di legalità”.
La
legalità è il vero grimaldello per scardinare i tanto plurinominati “poteri
forti”: “I poteri forti si lavano le mani
del dovere di rendere le vite vivibili, le incertezze esistenziali vengono
privatizzate. La responsabilità di affrontarle è gettata completamente sulle
spalle del singolo”.
Si
parla molto di legalità ma la si vive e pratica toppo poco: non è conveniente, è
fuori moda.
Le riflessioni
fra l’erudito e il pratico degli Autori spingono il lettore a calare le idee
platoniche nel proprio contesto esistenziale; la legalità come “insieme assai composito di idee, norme,
strutture” è gettata nell’arena del quotidiano.
Dalla
legalità alla politica il passo è breve, anche se la domanda conclusiva è un'altra:
e se fosse l’etica a poter dipanare l’arcano, a prendere per mano gli esseri
umani e accompagnali verso un’altra forma di politica, verso un nuovo modo di agire
pubblico e privato?
“Educazione alla legalità” è un percorso
piastrellato di dialettica, dialogo, argomentazioni articolate e approfondite;
è un turbinio che da più angoli prospettici provoca discettazioni che si proiettano in direzione di un pensiero sintesi
di tutti pensieri, ad una idea palingenesi di tutte le idee: una “etica
planetaria”, una sorta di esperanto della morale, fondamenta della legalità che
informa la condotta di ogni uomo e consente l’emersione di un bene comune da cui
tutti, ma proprio tutti, possano attingere a piene mani e godere dei suoi frutti
benefici.
Dalla
vita nuda alla vita qualificata, dalla biologia alla biografia, dallo zoè al bios, legalità come prima, durante e dopo per innalzare l’uomo a
cittadino e il cittadino al saggio, giusto e retto gerente della res publica.
Solo
quando capiremo che il bene pubblico appartiene prima di tutto a noi, la
legalità assumerà una forma non più ectoplasmatica ma corporea e fisica, sangue
e carne, respiro e anima, dove l’economia, la finanza, il diritto e l’ordinamento
statuale assumeranno una nuova luce, un diverso contorno, una inaspettata
vitalità, tangibile con tutti i cinque sensi.
Fabrizio Giulimondi
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